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Documenti, 7/2004, 01/04/2004, pag. 199

Chiesa e impegno culturale

Card. C. Ruini
«Lavorare per un’unione sempre più stretta tra cultura e missionarietà»: questa espressione di mons. Betori si presta bene a focalizzare l’intento e lo svolgimento del III Incontro nazionale del progetto culturale, svoltosi a Roma dall’11 al 13 marzo scorso col titolo «Nel cantiere del progetto culturale» e che radunava i vari soggetti locali – referenti diocesani, centri culturali cattolici, aggregazioni laicali, facoltà e istituti teologici, riviste, associazioni – impegnati a vario titolo in tale itinerario. Nella prolusione iniziale, «L’impegno culturale della Chiesa in Italia», il card. Ruini ha ripercorso lo sviluppo ormai decennale del progetto culturale, in particolare segnalando la dinamica che esso patisce tra frammentarietà e convergenza; a mons. Betori è invece toccato, nella relazione conclusiva «Verso il Convegno ecclesiale di Verona», descrivere il raccordo tra il progetto culturale e gli orientamenti pastorali per il decennio, che sarà al centro dei lavori del Convegno ecclesiale di Verona 2006. Tra le relazioni e gli interventi pronunciati, segnaliamo qui «Quale persona per quale futuro? Quale impegno nel cambiamento in atto?», di Adriano Fabris (ordinario di filosofia morale a Pisa), centrata sulla descrizione di tre fenomeni caratteristici del nostro tempo: «La progressiva spettacolarizzazione del mondo; le radicali trasformazioni del comunicare, in un’ottica sempre più strumentale; il predominio del consumo come forma di assimilazione e di annientamento della realtà».

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Sollecitudine per l'unità. Il motu proprio Summorum pontificum

Card. C. Ruini
Coerentemente con quanto espresso in più di un’occasione, il papa è stato mosso alla pubblicazione del motu proprio a partire dalla preoccupazione di mantenere l’unità della Chiesa e una lettura unitaria del concilio Vaticano II, ha affermato il card. Camillo Ruini, attuale vicario di Roma, in un editoriale apparso su Avvenire dell’8 luglio scorso (www.avvenire.it).
Documenti, 2007-1

La questione centrale secondo papa Ratzinger. Relazione al clero di Roma

Card. C. Ruini
Al cuore dell’insegnamento di Benedetto XVI si trova «la questione centrale dell’apologetica o – come si preferisce dire oggi – della teologia fondamentale»: quella «della verità della fede cristiana nell’attuale situazione storica e in rapporto alle forme di razionalità oggi prevalenti». È quanto il card. Ruini, vicario del papa per la città di Roma e presidente della Conferenza episcopale italiana, mostra nella relazione che ha tenuto il 14 dicembre scorso al clero di Roma, presso la Pontificia università lateranense. La sua analisi, fondata su un’attenta rilettura di volumi e discorsi – dall’Introduzione al cristianesimo alla lectio di Regensburg – ha come presupposto la profonda corrispondenza tra il magistero di pontefice di Benedetto XVI e il lavoro di teologo di Joseph Ratzinger, e costituisce pertanto l’orizzonte nel quale collocare il libro del papa su Gesù di Nazaret, atteso per la primavera prossima e di cui nelle scorse settimane l’editore ha diffuso alcune anticipazioni.
Documenti, 2006-1

Cattolicesimo italiano e futuro del paese

Prolusione del card. C. Ruini al VII Forum del progetto culturale
Il rapporto tra la religione e la scienza, «le due prospettive valoriali maggiormente in grado di plasmare il futuro», è l’oggetto dell’intervento pronunciato dal card. C. Ruini a Roma lo scorso 2 dicembre, in apertura dell’ormai tradizionale appuntamento del Forum del progetto culturale. Attingendo ampiamente ad alcuni interventi del card. Ratzinger pubblicati nell’imminenza della sua elezione al pontificato, Ruini riflette infatti sui limiti della razionalità scientifica e sull’esigenza di un ethos più autenticamente umano. Quanto ai «modi per rispondere in forma positiva alla domanda circa il contributo dei cattolici al cammino dell’Italia», al fine di superare «lo stallo generato dalla contrapposizione tra i sostenitori e gli avversari dell’approccio relativistico in materia di etica pubblica», il card. Ruini propone di «affidarsi al libero confronto delle idee, rispettandone gli esiti democratici pure quando non possiamo condividerli», convinto di potere in tal modo «stemperare il clima di un confronto che prevedibilmente si protrarrà a lungo».