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Decidere in emergenza: la globalità della bioetica

Un’ottantina – tra teologi moralisti, medici e operatori sanitari – i partecipanti al webinar «Decidere in emergenza: salute e giustizia tra bene personale e bene comune», promosso dall’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) sabato 11 luglio 2020.

Esperienza diretta e riflessione teorica si sono intrecciate nel confronto di alto livello sulle problematiche mediche e bioetiche della gestione dell’emergenza pandemica di COVID-19, cui hanno dato vita Massimo Reichlin, Enrico Larghero, Martin Lintner e Leopoldo Sandonà, in un orizzonte nazionale ed europeo. Condivisa da tutti i relatori la convinzione che la pandemia non è una mera parentesi, dopo la quale si potrebbe ritornare a pratiche precedenti; essa domanda un profondo ripensamento, un’integrazione inedita tra i saperi bioetici e la società circostante.

L’intervento introduttivo del presidente Pier Davide Guenzi (moderatore del webinar, insieme al vicepresidente Salvino Leone) sottolineava come l’evento si inserisca in un periodo di intensa attività dell’ATISM. All’attento monitoraggio della crisi realizzato in questi mesi su Moralia ha infatti fatto seguito la riflessione del Consiglio di presidenza ATISM, che ha portato all’elaborazione del testo Etica per un tempo inedito. Un Manifesto dopo COVID-19.

Attorno a esso ruoterà poi l’e-book gratuito con lo stesso titolo che uscirà nelle prossime settimane presso l’editore Vita&Pensiero, così come la serie di eventi on-line che a partire da settembre 2020 daranno seguito a questo webinar. 

La registrazione completa dell’evento è disponibile sul canale YouTube della Fondazione Lanza; in questa sede ci si limita a offrire alcuni elementi essenziali emersi dal vivace confronto realizzato.

Triage?

Perché decidere è stato così difficile nell’emergenza pandemica? E perché spesso le decisioni sono state diverse in contesti diversi? Molti i fattori che hanno contribuito a tale fatica nelle scelte, ma il primo elemento è stato certo l’impreparazione dinanzi a una crisi inedita per ampiezza e intensità, nella quale non c’è ancora un consenso sulle terapie più efficaci.

Non tutti i sistemi sanitari si sono trovati pronti dinanzi alla gravità dell’evento, e in molti casi si è posto il problema dei criteri da usare in quelle situazioni in cui le risorse disponibili risultino insufficienti a prendere in carico tutti i pazienti: il triage.

Vivace il dibattito, che ha visto la pubblicazione di un testo anche da parte del Comitato nazionale di bioetica; da tale tema hanno preso le mosse anche gran parte degli interventi del webinar. Il dato chiaro è che il criterio principale – l’unico effettivamente non discriminatorio – non può che essere quello del bisogno medico, senza però che esso precluda la possibilità di prestare attenzione a tutti quei fattori, che possano condizionare la possibile efficacia dell’intervento stesso, così come alla volontà dei pazienti.

L’obiettivo rimane quello di salvare il massimo possibile di vite umane (ovvero di evitare il massimo possibile di morti evitabili). Questo, però, pone anche l’esigenza di mantenere – anche in condizioni di emergenza pandemica – un’effettiva funzionalità del sistema, garantendo possibilità di accesso alle cure anche per i pazienti che soffrano di altre patologie.

Bene comune

Proprio la specificità delle questioni di bioetica clinica appena accennate ha dunque evidenziato anche i collegamenti con un gran numero di fattori che vanno al di là di tale ambito specifico: questioni legate all’organizzazione sanitaria e alle risorse in essa investite, nei diversi contesti nazionali e regionali.

La pandemia ha davvero rimesso al centro la questione del bene comune, con tutte le sue implicazioni per la destinazione delle risorse tra diversi settori del vivere sociale, ma anche l’esigenza di un loro uso effettivamente ottimizzato nel segno dell’efficienza. Al di là della polarizzazione sul rapporto tra beneficenza e autonomia, essa ha fatto emergere le gravi questioni di giustizia, sociali e politiche, in gioco nel comparto sanitario. La bioetica deve cioè sempre più farsi globale, integrando le questioni specialistiche in un dibattito più ampio che individui dei criteri condivisibili per le scelte che riguardano la vita di tutti.

Le questioni rimaste aperte sono molte, e molte le sfide per una riflessione bioetica sempre più decisiva per tante scelte sociali e politiche e al contempo sempre più rilevante per la vita quotidiana. Il webinar ATISM ha raccolto interrogativi e posto problemi, per una ricerca morale che continua...

 

Simone Morandini è coordinatore del progetto «Etica, teologia, filosofia» della Fondazione Lanza e insegna all’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia; è coordinatore del blog Moralia.

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