Chiesa e ruolo dei laici. Sacra potestas per tutti?
La sacra potestas è l’unico modo in cui i laici possono partecipare al governo della Chiesa? L’interrogativo è emerso recentemente con forza nel dibattito teologico e canonico: non solo perché «da qualche decennio molti laici sono impegnati nel lavoro pastorale, e negli ultimi anni alcuni di loro hanno raggiunto posizioni di responsabilità diocesana», ma soprattutto a motivo delle «recenti nomine nella curia romana» (con il supporto della nuova costituzione Praedicate Evangelium), che suggeriscono appunto una partecipazione alla sacra potestà finora riservata esclusivamente ai chierici. In questo saggio s’identifica la natura di questa sacra potestà nel Vaticano II. Il Concilio ha infatti messo in evidenza la trilogia delle funzioni profetica, sacerdotale e regale (tria munera) conferite dalla consacrazione episcopale, valorizzando un linguaggio piuttosto teologico senza squalificare quello giuridico basato sul binomio «potestà d’ordine» e «potestà di giurisdizione» ancora presente nel Codice di diritto canonico del 1983. È dunque legittimo chiedersi se, per considerare la partecipazione dei laici al governo delle comunità, anziché partire dalla «sacra potestà» (dei chierici), non si debba partire dalla comunità ecclesiale e dalla sua missione, cioè dalla sua cura animarum.
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