Santa Sede - Cina: cattolico e cinese
Sia il lungo pontificato di Giovanni Paolo II, sia quelli di Benedetto XVI e di Francesco hanno posto la vita dei cattolici cinesi e le relazioni tra la Cina e la Santa Sede tra le loro priorità, dando vita a numerose iniziative di dialogo: dal Messaggio ai cattolici in Cina che Giovanni Paolo II pronunciò mentre era a Manila, nel 1995, alla storica Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI, nel 2007, all’«accordo provvisorio» raggiunto tra Cina e Santa Sede nel 2018 a proposito della procedura per la nomina dei vescovi. Negli stessi quarant’anni, le autorità cinesi hanno continuato a muoversi entro il quadro religioso stabilito nel 1982 da Deng Xiaoping: la soppressione della religione non è stata più un obiettivo, ma la suprema preoccupazione del governo è rimasta quella di mantenere le religioni sottomesse alle politiche del Partito, anche se a periodi d’inasprimento, come quello attuale, si sono alternati periodi di distensione. Questo atteggiamento limita l’attività della Chiesa in Cina, e a maggior ragione quella dei cattolici «ufficiali», proprio in un tempo nel quale, per rispondere a sfide quali la secolarizzazione, da un lato, e il ritorno al confucianesimo come supporto del nazionalismo, dall’altro, essa avrebbe bisogno della più grande libertà.
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