C. Demi, Maria e Gabriele. L'accoglienza delle madri
Ho tenuto con me l’ultima opera poetica di Cinzia Demi, impreziosita da una bella copertina di Maurizio Caruso, dentro la borsa che mi ha accompagnato nei viaggi di questi ultimi mesi. Il libro è piccolo, è dunque agevole da portare con sé, da leggere nelle ore d’attesa degli aeroporti o dentro l’aereo. Mancava la calma di scriverne qualcosa, ma non il tempo di leggerlo e rileggerlo. Alla fine il forzato posticipare di questo scritto ha portato un inatteso beneficio. Rileggendolo, il testo mi diventava sempre più comprensibile, familiare e piacevole. Nello stesso tempo le notizie dal mondo e dall’Europa, purtroppo sempre tragiche, s’incaricavano di dare un segno e un senso sempre più illuminante a quanto leggevo. Come potevo disgiungere la lettura dell’accoglienza delle madri di Cinzia dalle immagini a volte d’accoglienza a volte di rifiuto di donne e bambini in fuga dalla violenza e dalla guerra? Le televisioni nel mondo e gli schermi degli aeroporti, hanno mostrato scene a cui non sappiamo decidere se abituarci o no.
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