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Il Regno delle Donne

Diaconato delle donne fra storia e teologia

La questione del diaconato delle donne è oggetto di studio già dal 1973, quando se ne discusse all’interno della Commissione teologica internazionale. Proponiamo alcune note sulle posizioni e il metodo assunti, in quella sede, da padre Congar e da Cipriano Vagaggini, di cui si stanno studiando le carte conservate a Camaldoli.

La Commissione di Studio sul Diaconato delle donne istituita il 2 agosto 2016 da papa Francesco continua il suo cammino, scrivendo un nuovo tratto di un percorso iniziato già da tempo. La questione se sia possibile ammettere le donne al diaconato non è infatti nuova: già più di quattro decenni fa la Commissione teologica internazionale (CTI) era stata incaricata di affrontare l’argomento dei ministeri femminili e in particolare la possibilità di ammettere le donne al diaconato, e ne aveva dibattuto nella plenaria dell’ottobre del 1973.

La Commissione del 1973

In quella sede, Yves Congar era arrivato alla conclusione che niente dal punto di vista dogmatico si oppone all’ordinazione diaconale delle donne e che serie ragioni lo consigliano. Per l’aspetto dogmatico giudicava rilevante che nella tradizione greco-bizantina il diaconato, tanto femminile quanto maschile, fosse un ministero al quale si era consacrati attraverso un’ordinazione che oggi qualifichiamo come grado del sacramento dell’ordine. Tra le serie ragioni per ammettere le donne all’ordine diaconale annoverava l’importanza di dare il titolo e la grazia corrispondente a donne che esercitano già di fatto attività e funzioni diaconali.

Anche se la CTI non produsse alcun documento, alcune ricerche sono nel frattempo uscite sui lavori di quegli anni; il loro studio, unito all’esame della documentazione raccolta nel fondo “Vagaggini” del monastero di Camaldoli – che sto conducendo in vista di una pubblicazione compiuta – ne attestano la grande importanza rispetto alla fase di studio in cui ci troviamo ora.

L’istituzione dell’attuale Commissione di studio sul diaconato delle donne, infatti, segue immediatamente – poco più di un decennio – la pubblicazione nel 2003 del documento della CTI Il diaconato: evoluzione e prospettive, nel quale trovava spazio anche la questione specifica del diaconato delle donne. Gli elementi posti in evidenza dallo studio erano il fatto storico che le diaconesse della Chiesa primitiva non fossero puramente e semplicemente assimilabili ai diaconi e la forte sottolineatura nella tradizione ecclesiale della unità del sacramento dell’ordine nella chiara distinzione tra il diaconato e i ministeri sacerdotali dei presbiteri e del vescovo. Questi dati storico-teologici erano offerti al magistero, cui competeva una decisione in merito. Tuttavia lo spazio dato nel documento alla questione storica del diaconato delle donne è troppo sintetico e riduttivo per concludere che la questione vi sia stata esaurientemente dipanata. Viceversa gli studi fondamentali sul tema erano già sul tavolo del 1973 insieme a precise impostazioni di metodo che è opportuno discernere in quanto influenzano in ogni caso l’utilità dei dati raccolti.

Ordinazione o benedizione?

Particolarmente illuminante per la riflessione attuale è l’impostazione metodologica di Cipriano Vagaggini, che all’interno di quella prima Commissione era stato incaricato di esaminare quale contributo la storia possa fornire alla questione se sia possibile ammettere le donne al diaconato. Acquisendo la progressiva consapevolezza che non si trattava di rifare tutta la storia delle diaconesse nelle loro molteplici forme, ma di discernere nella storia se ci sia stato un diaconato delle donne assimilato al diaconato degli uomini, Vagaggini individuava tale luogo nella tradizione greco-bizantina. L’ordine diaconale in questa tradizione comprendeva due gradi, uno maschile e uno femminile, di identica natura sacramentale e di differente estensione delle funzioni liturgiche.

Venendo alla situazione dei nostri tempi, in cui alle donne in alcuni casi può essere affidato un ministero molto più largo perfino di quello tradizionalmente concesso ad un diacono, per Vagaggini si aprono due possibilità: o si concede alle donne il sacramento del diaconato, per adeguare l’istituzione liturgica allo stato reale delle cose, oppure non lo si concede perché non si è certi sia teologicamente possibile o pastoralmente opportuno. In questo secondo caso, introdurre un diaconato femminile con i compiti odierni e solo come benedizione porrebbe più problemi teorici e pratici di quanti ne risolverebbe.

Donne e ministeri: da dove nascono i “no”

Resta in fondo da chiarire bene cosa nella tradizione greco-bizantina abbia permesso di riconoscere il ministero della donna diacono fin nel suo fondamento nella Scrittura e cosa nella storia della Chiesa abbia a lungo impedito il riconoscimento di qualsiasi ministero istituito aperto alle donne.

Per questo secondo aspetto è illuminante l’impostazione della riflessione di Le Guillou, supportata dal contributo che già in quella sede Aimé-Georges Martimort, interpellato come perito esterno della commissione, dava alla ricostruzione storica. Entrambi restavano in fondo ancorati all’idea secondo la quale tutta la teologia dei ministeri ordinati è determinata dalla persona e dall’esempio di Cristo nella sua accezione maschile, dalla quale deriva la loro riserva agli uomini. Per questo il diaconissato, come preferiva chiamarlo Le Guillou, è da lui relegato ad una parentesi congiunturale del passato, e nella ricostruzione storica di Martimort è definito sempre e comunque tutt’altra cosa rispetto al diaconato degli uomini. «Cos’è questa tutt’altra cosa?», tornerà a chiedersi Vagaggini.

La scelta di come impostare la questione condiziona la possibilità stessa di riconoscere lo statuto dei ministeri che già di fatto sono (stati) affidati a donne nella Chiesa, in una realtà in cui l’idea che abbiamo messo in campo per comprenderla si dimostra sempre più inadeguata.

 

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* Sulla storia e le prospettive attuali del diaconato delle donne si vedano anche:

C. Simonelli; M. Scimmi, Donne diacono? La posta in gioco, Messaggero, Padova 2016.

S. Noceti (a cura di), Diacone. Quale ministero per quale Chiesa?, Queriniana, Brescia 2017.

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