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Moralia Blog

Un impegno civile per «guarire» dalla corruzione

L’inchiesta di Potenza sul malaffare legato allo sfruttamento delle risorse energetiche è solo l’ultima delle innumerevoli indagini che investono il mondo politico e le istituzioni a livello nazionale, regionale e locale.  Nei prossimi mesi la magistratura evidenzierà se e quanto ampio è stato lo scambio di favori e quali conseguenze sono o saranno pagate in termini di impatti ambientali e sociali a seguito di iniziative imprenditoriali e di scelte politiche che perseguono interessi e profitti particolari/personali e non invece il bene comune.

 

La corruzione come «male abituale»

 

Nell’interrogarci sulla diffusione della corruzione emerge la consapevolezza che ci troviamo davanti ad un «male abituale» una sorta di normale consuetudine fatta di raccomandazioni, favoritismi, malversazioni, conflitti di interesse, intimidazioni, tangenti, finanziamenti illeciti, elusioni, …

La corruzione come male abituale, scrive Lorenzo Biagi (Corruzione, Messaggero, 2015), «significa che è diventata abitudine, ossia una forma stabile, per la quale viene ripetuta», una «forma durevole» che crea un ambiente culturale e un costume su cui vengono costruiti i rapporti tra chi svolge funzioni pubbliche e chi persegue interessi privati. «La corruzione non è un atto, ma uno stato, uno stato personale e sociale, nel quale uno si abitua a vivere» così scriveva J.M. Bergoglio riflettendo sull’Argentina negli anni ‘90 (Guarire dalla corruzione, Emi, Bologna 2013).

Se la corruzione è un «abito» del nostro vivere personale e sociale siamo chiamati tutti ad un esame di coscienza e a interrogarci se, in qualche misura, ne siamo coinvolti o ne siamo immuni nelle nostre quotidiane relazioni personali e professionali. È certo che se vogliamo sconfiggere la corruzione non basta invocare la legge e nuove norme giuridiche, perché è del tutto evidente che le giuste e necessarie risposte normative non sono sufficienti e non producono effetti rilevanti e duraturi se non vengono interiorizzate e accettate a livello personale, familiare, comunitario.

 

Lotta alla corruzione: non bastano gli slogan

 

Un primo livello d’azione se vogliamo contrastare con efficacia questo fenomeno è dunque mettere in campo iniziative, azioni e pratiche rivolte a rigenerare il senso civico creando relazioni di fiducia e di solidarietà tra le persone all’interno di una comunità. È questo un processo necessario e fondamentale anche per contrastare quel sentimento di disinteresse e di rassegnazione che allontana i cittadini dalla politica e dall’impegno civico lasciando il campo a chi maggiormente pratica il malaffare e la corruzione.

La lotta alla corruzione richiede però anche un maggior impegno, da parte di tutti, per una puntuale azione di controllo del potere politico ai diversi livelli di governo, non nella direzione di una protesta urlata e generalizzata sotto lo slogan «sono tutti ladri», quanto piuttosto nella più impegnativa e faticosa direzione che Rosanvallon chiama della «controdemocrazia positiva» che significa sottomettere il potere a prove che lo costringono a realizzare meglio la sua missione al servizio della società.

 

Buone prassi dal basso

 

Un passo ulteriore per «guarire» dalla corruzione richiede di promuovere, a fianco dei tradizionali strumenti di democrazia rappresentativa, nuove forme di partecipazione strutturando processi partecipativi allargati e continuativi che creano spazi pubblici di coinvolgimento, dibattito, co-decisione rendendo veramente trasparenti i processi di decisione politica ed economica.

In questa prospettiva si muove il Forum di etica civile «La cittadinanza … e oltre?» promosso da una rete di soggetti della società civile (Associazione Cercasi un fine, Centro Studi Bruno Longo, Fondazione Lanza, FOCSIV, Istituto Arrupe, Rivista Aggiornamenti Sociali, Rivista Incontri, Rivista Il Regno). Un’iniziativa che intende dare voce alle tante buone pratiche che dal basso sono concretamente impegnate nel ritrovare le ragioni del vivere assieme nelle nostre città, nello spazio nazionale, nella società globale. (www.fondazionelanza.net/eticacivile)

 

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