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Moralia Blog

Se la tecnologia sfoca il confine tra naturale e artificiale

Kaiba Gionfriddo è un bimbo nato con una tracheobronchite congenita, un’infiammazione che coinvolge trachea e bronchi e che in alcuni casi può provocare varie complicazioni. Questa patologia, una forma di tracheobroncomalacia grave con il collasso della trachea associato a quello dei grossi bronchi (Tbm grave), colpisce un neonato su 2.200 e spesso è confusa con l’asma, ma il caso estremamente grave che ha colpito Kaiba riguarda solo il 10% di questi malati.

La speranza per i genitori di Kaiba è arrivata da uno dei ricercatori dall’Università del Michigan (Usa): realizzare uno scheletro artificiale su misura per sostenere lo sviluppo della trachea e dei bronchi in chi è nato senza un supporto cartilagineo adeguato alle vie respiratorie.

COME FARE QUESTO SUPPORTO?

I ricercatori dell’Università del Michigan hanno studiato per il piccolo paziente una soluzione innovativa, trapiantando una biforcazione della trachea sfruttando un modello ricreato con tecnologie di stampa 3D. Lo split (struttura di sostegno) è stato realizzato su misura per il bimbo, e modellato per contenere una delle biforcazioni laterali della trachea, rafforzando la stessa. È stato realizzato in policaprolattone (PCL), utilizzando come materiale un polimero semicristallino sintetico biodegradabile. Nel giro di 2-3 anni la biforcazione sarà sufficientemente robusta e il materiale (in policarbonato) non sarà più necessario e sarà assorbito dal corpo.

I ricercatori hanno ottenuto dall’Agenzia americana Food and Drug Administration un’attestazione d’emergenza per procedere all’impianto del dispositivo avvenuto al Mott childrens’ Hospital dell’Università del Michigan. «È stato incredibile – affermano i medici –, appena abbiamo inserito lo scheletro i polmoni hanno iniziato ad andare su e giù per la prima volta. Ed è stato il momento che abbiamo capito che l’operazione era riuscita» (Adnkronos).

L’operazione è stata eseguita con successo e il piccolo Kaiba ora non ha più bisogno di supporti per la ventilazione meccanica. Il caso clinico è stato pubblicato su New England Journal of Medicine.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Le stampanti 3D da qualche tempo sono diventate relativamente economiche. Partendo da file creati con applicativi di CAD 3D è ormai possibile stampare anche in casa piccoli oggetti e prototipi. Speciali resine multicolore consentono di creare creazioni dalle tinte variabili. Esistono anche aziende specializzate nella stampa previo invio dei file. In medicina i campi possibili di applicazione sono infiniti.

Questo impianto apre nuove frontiere, ma presenta un altro passo verso l’inevitabile punto che prima o poi dovremo affrontare in maniera ampia e condivisa all’interno delle nostre società: il confine tra naturale e artificiale si assottiglia e sembra non riusciamo a controllare l’innovazione tecnologica semplicemente ricorrendo a queste categorie (come abbiamo detto altre volte in questo blog). Il progresso necessita di una governance verso il pieno sviluppo umano.

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