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Grecia: la crisi dell’euro e il ruolo dei bitcoin

I mezzi d’informazione mostrano con evidenza quanto difficile sia il momento vissuto dalla Grecia. Se ci dovesse essere un fallimento, si rischia una scomparsa della valuta dalle strade, un blocco delle merci e la scomparsa di ogni risparmio accumulato dalla popolazione: un vero e proprio dramma in grado di mettere in ginocchio la gente, specialmente chi non dispone di grandi ricchezze o capitali all’estero.

Già adesso questa situazione ha portato a un arresto di numerosi servizi connessi all’economia: anche Paypal, Facebook, Google, Apple – giganti dell’economia digitale – in Grecia si sono fermati. Da quando le banche in Grecia sono state chiuse con l'imposizione del capital control, non sono più possibili transazioni digitali e/o l'acquisto di servizi in rete. Chi possiede un account collegato a un conto greco (o a una carta di credito a esso riconducibile) non può più comprare nulla in rete. Dunque sembrerebbe che il collasso della finanza abbia arrestato anche il mondo digitale. In realtà alcuni greci hanno trovato, grazie alla tecnologia, un sistema per cercare di salvare le ricchezze che hanno accumulato, difendendosi dalla crisi: rifugiarsi nei bitcoin, la cripto valuta, il cui valore in Grecia è lievitato in queste ultime ore, ma che era già aumentato del 400 per cento tra maggio e giugno.

Cripto moneta

Non è una questione per esperti informatici, ma uno spaccato, che illumina urgenti domande su come la finanza e l’utilizzo della tecnologia stiano cambiando il nostro concetto di valore.

Bitcoin (il cui simbolo è ฿ e scritto maiuscolo indica la tecnologia, mentre minuscolo la valuta) è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, da un'idea dello stesso autore presentata su Internet a fine 2008.

A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale: un database distribuito tra i nodi della rete tiene traccia delle transazioni, e sfrutta la crittografia per generare nuova moneta e attribuire la proprietà dei bitcoin.

La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer sotto forma di "portafoglio" digitale, o mantenuti presso terze parti. I bitcoin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un "indirizzo bitcoin" (l’equivalente di un IBAN tradizionale). La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di bloccare la rete, sequestrare bitcoin ai legittimi possessori o di svalutarla creando nuova moneta.

Il controvalore totale dell'economia Bitcoin, calcolato nel novembre 2013 (cambio di 1 bitcoin a 540 dollari), ha un controvalore di 6 miliardi di dollari statunitensi: ancora molto piccolo, se paragonato a economie stabilite da lungo tempo, e il software è ancora in uno stato di beta release.

Sono però già commercializzati in bitcoin merci e servizi reali quali, ad esempio, automobili usate o contratti di sviluppo software; i bitcoin vengono accettati sia per servizi on-line sia per beni tangibili: è possibile acquistare da grandi siti come Amazon o eBay. Fa molto riflettere che la moneta virtuale abbia raggiunto, nel 2013, il 21% del totale delle operazioni di cambio della valuta nazionale cinese.

Il deposito medio di cripto-valuta per ogni cittadino greco è quadruplicato in questi mesi arrivando a circa 700 euro. Questo significa che i grandi possessori di capitali greci si stanno preparando al peggio, smaterializzando le loro ricchezze e portandole nell’universo digitale che consente di mantenere l’assoluto anonimato e la totale intracciabilità delle operazioni fatte.

Domande

Questa fuga dalla moneta reale mediante smaterializzazione tecnologica fa molto pensare. Sorgono domande su cosa significhi finanziarizzazione dell’economia e questioni di natura etica: la tecnologia è strumento che aiuta i pochi ricchi a sottrarre risorse al resto della popolazione? Cosa comporta questa dematerializzazione della moneta e la perdita di ogni controllo da parte della sovranità politica sulla finanza?  Ma c'è soprattutto una questione di fondo: in questo momento in cui per l’economia la Apple – la società tecnologica segno dello sviluppo occidentale – vale più della Grecia, che dell’Occidente è culla e matrice, e in un contesto in cui il valore finanziario, grazie ai bitcoin, perde qualsivoglia riferimento alla realtà divenendo semplici catene di bit, cosa significa oggi parlare di valore e farlo in maniera etica?

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