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Moralia Blog

Giubileo: mille porte di misericordia e riconciliazione

Novità, densità, freschezza: questo si prova leggendo la Misericordiae vultus, la bolla con cui Francesco ha indetto il Giubileo. La novità di un testo tutto modulato sul registro della misericordia e della grazia; la densità dei riferimenti biblici di cui esso è intessuto; la freschezza di un tono che invita ed accoglie. E poi, immediatamente, la gioia per un evento annunciato richiamando la memoria viva del concilio Vaticano II, del suo stile di pastoralità dialogante.

 

Uno stile di amore che irrompe

Proprio tale stile, del resto, testimonia come “la misericordia divina non sia affatto un segno di debolezza, ma piuttosto la qualità dell’onnipotenza di Dio” (MV 6). Solo la forza debole di una Parola, infatti, può animare la testimonianza a un Dio che rivela cosa significhi potenza donandosi, esponendosi alla vulnerabilità. Ed è la stessa storia di Gesù a orientare in tal senso: “La sua persona non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile” (MV 8).

Unicità e irripetibilità sono i marcatori di una misericordia che ogni giorno si fa vicina a ognuna e a ognuno. “Ripetere continuamente: ‘Eterna è la sua misericordia’” - come fa il Salmo 136 (e la bolla Misericordiae vultus) – è come “spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per inserire tutto nel mistero eterno dell’amore” (MV 7). Tutto: il creato e la storia, così come gli uomini e le donne nei loro percorsi concreti, nelle loro fragilità e nelle loro speranze, nella loro ricerca di autenticità. Il Dio di Gesù Cristo non è in concorrenza con esse: chi da lui è accolto è sempre invitato a rimettersi in cammino scoprendo la propria strada singolare e vivendo in essa la continua novità della conversione. La gratuità del dono ricevuto chiama, infatti, a corrispondere a esso in un’esistenza rinnovata.

 

Uno stile ecumenico

Davvero forti le espressioni usate da Francesco per dire la radicalità di tale misericordia, che accoglie e trasforma. Tanto forti da evocare un’imprevedibile sintonia ecumenica anche con un altro Giubileo, che si aprirà pochi giorni dopo la chiusura di quello della misericordia.

Il riferimento è alla commemorazione dei cinquecento anni della Riforma protestante, che sarà celebrata in forma ecumenica nel 1517. Il documento congiunto cattolico-luterano Dal conflitto alla comunione esplora attentamente i passi avanti del dialogo che rendono possibile tale inedita prospettiva, mentre il testo della Chiesa evangelica tedesca ripresenta il rapporto tra Giustificazione e libertà oggi. Come non avvertire una consonanza col testo di Francesco: “Non è l’osservanza della legge che salva, ma la fede in Gesù Cristo, che con la sua morte e risurrezione porta la salvezza con la misericordia che giustifica” (MV 20)?

C’è davvero molta etica anche in questa attenzione a rimodulare un istituto tipicamente cattolico in modo che esso non spezzi percorsi di dialogo consolidati, ma li sostenga e li supporti. Anche questo orienta alla speranza.

 

Simone Morandini

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