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Educare l’amore forte

«Chi dunque realizza il bene andando incontro a ciò che si deve temere, alla ferita, questi è veramente forte» (Summa theologica, II-II, q. 128). Queste sono le parole con cui Tommaso d’Aquino descrive l’identità dell’uomo capace di fortezza.

L’uomo e la donna rinati dalla Pasqua di Cristo e abilitati dal dono di grazia ad amare «come lui ci ha amato» non vengono strappati dall’esperienza del mondo per essere immersi in un nuovo Eden.

Si ama come Cristo restando nel mondo custoditi dallo sguardo del Padre (cf. Gv 17,11).

Speranza e timore

Il cristiano vive il suo rapporto con il mondo stretto in una tensione pasquale. Egli sa che la vittoria è già realizzata e che questa storia, questo mondo è il luogo in cui si dispiega e manifesta la gloria del mattino di Pasqua.

Questo mondo e nessun altro è il luogo in cui la legge dell’amore prende corpo nella libertà dei discepoli. Non sono le isole utopiche degli ideali o i freddi imperi dei manifesti ideologici che realizzano il regno di Dio, ma questo inquieto e conflittuale mondo.

Ma questo «già» del compimento «non è ancora»: può solo essere invocato in un mondo che si mostra spesso attraverso il suo lato oscuro, di male, di persecuzione e ostacolo alla legge dell’amore. Non abbiamo altro luogo per amare che non sia questo conflittuale e incoerente mondo che con la sua forza si muove con spasimi e sussulti – spesso violenti – in attesa della piena rivelazione dei figli di Dio (cf. Rm 8,19).

Speranza e timore sembrano essere gli atteggiamenti che corrispondono a questa tensione del mondo. La speranza è visione che rivela le potenzialità di grazia racchiuse nella storia: il «qui e ora» è davvero il luogo in cui abita la giustizia e la santità di Dio. La speranza è forza attiva nei confronti dell’evidenza del male, dell’ingiustizia e del peccato: la non-rassegnazione alle ombre che la storia porta in sé, nella certezza che esse non corrispondono alla verità del mondo, e la lotta, l’impegno, la resistenza contro la loro forza.

Il timore è invece realismo nei confronti dell’efficacia delle logiche e delle strutture del peccato, è consapevolezza del prezzo che ha oggi l’amore «fino alla fine» per chi lo vive; capacità di restare nel mondo e prudenza nel non indulgere sottovalutando la sua forza.

L’amore forte

L’amore che la Pasqua riversa nella vita degli uomini e delle donne come inedita possibilità offerta alla libertà è un amore forte. È un amore che guarda all’altro, alla sua vita, alle sue scelte e alla sua storia, con speranza e realismo.

Accompagnare, custodire ed educare una libertà amante, partecipe della pasqua del Cristo significa formare e sostenere lo sguardo di ciascuno a vedere la realtà dell’altro sia nella sua bellezza e dignità incancellabile, sia nelle sue debolezze e ferite. Amare significa allora non fuggire in facili irenismi o in idealizzazioni dell’altro, ma restare di fronte alla sua consistenza ruvida e ferita. Amare significa vedere l’altro per ciò che è riconoscendo proprio nella sua carne – e non in immagini idealizzate – la presenza della grazia.

La citazione di san Tommaso da cui siamo partiti continua descrivendo la forma pratica della virtù in questione: essa si presenta come atto di resistenza e di assalto. L’educazione è chiamata ad abilitare la capacità di stare di fronte alla ferita dell’altro, continuando ad affermare la visione della gloria di Dio che riempie gli occhi.

Tale resistenza è atteggiamento attivo, non rassegnato, nutrito dal quotidiano ascolto della parola di Dio e allenato dalla pratica della pazienza e della perseveranza. D’altra parte, l’atteggiamento di lotta e di assalto non è il piglio ideologico, ma la pratica creativa generata da atti di magnificenza e magnanimità, che permettono di costruire opere grandi a partire da una visione della grandezza dell’opera dello Spirito nel mondo.

 

 

Stefano Cucchetti è un presbitero della diocesi di Milano. È docente di Teologia morale presso il Seminario arcivescovile di Milano a Venegono Inferiore e presso l’ISSR di Milano. Ha scritto Interpretare la natura: prospettive di fondazione della bioetica a partire dalla riflessione filosofica e teologica su tecnica e natura, Pontificia Universitas Gregoriana, Roma 2010.

Tag Teologia

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