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Documenti, 7/2018, 01/04/2018, pag. 249

Patriottismo, non nazionalismo

Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina

«L’amore è anche l’anima di quel nobile sentimento che noi chiamiamo patriottismo. Un vero cristiano è chiamato a essere patriota: amare la patria, il proprio popolo, la sua lingua e cultura con lo stesso amore sacrificale con il quale si osserva il comandamento di Dio di amare il padre e la madre». Quest’anno anche l’Ucraina, come la Polonia (cf. in questo numero a p. 239), celebra i 100 anni del ripristino dell’indipendenza, da quando cioè nel 1918 affermò la propria sovranità subito dopo la Rivoluzione d’ottobre, per poi essere dopo pochi anni riassorbita, nel 1922, come uno degli stati costitutivi dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS); non avrebbe riacquistato la sua indipendenza fino al 1991. In questo centenario, e ancora nel mezzo di una guerra con la Russia che ne minaccia l’integrità territoriale, il Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina ha pubblicato il 7 marzo un Messaggio in occasione del centenario del ripristino della sovranità ucraina, che elabora il concetto dell’amor di patria distinguendolo dal nazionalismo, e al tempo stesso fa appello all’unità di tutti gli ucraini: «Ricordando la centenaria esperienza del passato, preziosa e per lo più amara, oggi… ci appelliamo anche a ogni ucraino e a ogni ucraina, ovunque essi siano, con la richiesta di apprezzare la collegialità dello stato ucraino, di curare l’unità e la solidarietà tra di noi, di non andare al guinzaglio dei falsi patrioti che seminano la diffidenza, il disaccordo, la discordia e le divisioni della nostra nazione».

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