Ad resurgendum cum Christo
Istruzione circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri
La Chiesa cattolica non scorge ragioni dottrinali per impedire la prassi della cremazione dei fedeli defunti – benché continui a ritenere preferibile l’inumazione dei cadaveri –, purché tale pratica non sia scelta in esplicito contrasto alla religione cristiana; ribadisce che la conservazione delle ceneri nelle abitazioni domestiche non è consentita, a meno di «circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale»; in ogni caso, è vietata la dispersione delle ceneri nell’ambiente, la loro trasformazione in oggetti ricordo o gioielli.
Sono questi i contenuti principali dell’istruzione Ad resurgendum cum Christo, pubblicata il 25 ottobre dalla Congregazione per la dottrina della fede. Il breve documento non è il primo a occuparsi della questione, poiché già nel 1963 l’allora Sant’Uffizio aveva emanato un’analoga istruzione, che apriva per la prima volta ai cattolici la possibilità della cremazione. Ma negli ultimi decenni «si sono diffuse anche nuove idee in contrasto con la fede della Chiesa», quindi «la Congregazione per la dottrina della fede ha ritenuto opportuna la pubblicazione di una nuova istruzione, allo scopo di ribadire le ragioni dottrinali e pastorali per la preferenza della sepoltura dei corpi e di emanare norme per quanto riguarda la conservazione delle ceneri nel caso della cremazione».
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.