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Documenti
Documenti, 13/2012, 01/07/2012, pag. 422

Un esempio significativo

B. Fellay
L'«Esame di coscienza per i sacerdoti», posto in calce alla Lettera della Congregazione per il clero riprodotta in queste pagine, è stato oggetto di una positiva valutazione di mons. B. Fellay, vescovo lefebvriano e superiore generale della Fraternità sacerdotale san Pio X (FSSPX), in ordine al «cambiamento» che sarebbe in atto nella Chiesa cattolica. Egli vi ha fatto infatti riferimento nel corso di una lunga intervista «sullo stato attuale delle relazioni della Fraternità san Pio X con Roma» rilasciata alla DICI, l’agenzia ufficiale della Fraternità, il 7 giugno scorso (www.dici.org; cf. Regno-att. 12,2012,379). Riportiamo integralmente il brano interessato.

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La remissione della scomunica ai quattro vescovi della Fraternità sacerdotale di San Pio X ricompone l’unità cattolica con il movimento lefebvriano e avvia il processo di comunione piena. Il papa, Benedetto XVI, ha commentato la decisione così: «Auspico che a questo mio gesto faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa…». Nella risposta di mons. Bernard Fellay si afferma che «la Tradizione cattolica non è più scomunicata» e si confermano «le riserve a proposito del Vaticano II». Riserve che i vescovi svizzeri, tedeschi e francesi rifiutano: «In nessun caso il concilio Vaticano II sarà negoziabile». Come precisa una nota della Segreteria di stato: per un futuro riconoscimento della Fraternità «è con dizione indispensabile il pieno riconoscimento del concilio Vaticano II» (n. 2). In riquadro i testi relativi alle posizioni negazioniste del vescovo lefebvriano R. Williamson (pp. 72-73).
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