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Documenti, 13/2012, 01/07/2012, pag. 441

Le Chiese e i cambiamenti climatici. La conferenza annuale di Operation Noah

T. Gorringe
I fenomeni climatici che stanno modificando il nostro ecosistema globale in modo forse irreversibile sono una questione che tocca il cuore della fede, oppure viceversa un problema marginale sul quale è consentito alle Chiese avere posizioni differenti? Secondo Tim Gorringe, teologo anglicano docente all’Università di Exeter, alla luce della storia della Chiesa, della teologia e di considerazioni economiche e scientifiche i cambiamenti climatici costringono la Chiesa a una presa di posizione comune e senza cedimenti, perché – analogamente a quanto avvenuto nel secolo scorso rispetto al nazismo o all’apartheid – costituiscono un’emergenza che raggiunge il cuore stesso di ciò che significa essere Chiesa. Nella conferenza su «I cambiamenti climatici: materia di confessione di fede per le Chiese?», tenuta il 15 novembre per l’organizzazione cristiana interconfessionale Operation Noah, ciò si può sostenere per almeno tre ragioni: perché essi escludono dal benessere una parte dell’umanità; perché derivano da un uso anti-umano delle risorse del pianeta; e infine perché presuppongono una fedeltà idolatra alle pretese dell’economia globale.

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