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Documenti, 1/2012, 01/01/2011, pag. 10

La filosofia moderna, l'uomo moderno e la Chiesa. Congresso internazionale sulla modernità

P. Henrici
La filosofia moderna – con la sua attenzione al singolo esistente «che Dio crea per liberissima volontà amorosa e continua ad amare nella sua singolarità» – come «la prima filosofia di origine specificamente cristiana». Così mons. Peter Henrici, vescovo emerito di Coira e docente emerito di filosofia alla Gregoriana, ha aperto il suo intervento al Congresso internazionale sulla modernità (cf. Regno-att. 22,2011,736ss) organizzato dalla stessa università dei gesuiti. Rileggendo la storia sotto la prospettiva filosofica, Henrici ricostruisce in modo efficace – dalla svolta del cogito di Descartes alla «rivoluzione copernicana» di Kant – i tratti salienti dell’uomo moderno delineandone due figure tipiche, «l’imprenditore e lo scienziato, l’uomo del fare e del produrre, e l’uomo del progettare la costruzione di un mondo secondo le proprie idee», figure tra le quali si staglia l’homo religiosus moderno, «uomo dell’angoscia esistenziale e della fede fiduciale, il “singolo” che nella sua interiorità si trova confrontato con Dio in assoluta solitudine». La panoramica di Henrici mostra, spingendosi fino al Novecento, le direttrici lungo le quali si può parlare di una «modernità recuperata dalla Chiesa», singoli fedeli e magistero.

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