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Documenti
Documenti, 9/2009, 01/05/2009, pag. 277

Europa, sostantivo plurale. Relazione di Diarmuid Martin sul futuro dell'Unione Europea

D. Martin
È un’Europa di luci e ombre, quella che mons. Diarmuid Martin, vescovo di Dublino, tratteggia in un discorso all’Istituto di affari esteri ed europei nella capitale irlandese (3.3.2009). Martin delinea un breve bilancio della storia recente del continente, con uno sguardo che, pur non dimenticando le criticità, mette a fuoco il contributo imprescindibile dell’Unione Europea (UE) alla pace e al rispetto dei diritti umani. In un pae se che si appresta a votare nuovamente per il referendum sul Trattato di Lisbona, dopo il «no» espresso nel giugno 2008, Martin invita, sulla questione delle radici cristiane, a «non lamentarsi o gridare per l’assenza di questo riferimento, ma testimoniare il significato per l’Europa odierna di quei valori perenni». Per giungere all’Europa dei popoli e non solo dei mercati, Martin – citando Giovanni Paolo II – in dividua nell’apertura il nuovo nome del continente. In un’Europa che non si ripiega su stessa, il vescovo intravede la possibilità di uscire dalla crisi economica e dall’impasse politica della UE.

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Attualità, 2013-10

Irlanda - Chiesa: un'Irlanda postcattolica? Il rinnovamento non verrà da piani e programmi importati

D. Martin
Sono entrato in seminario a Dublino nell’ottobre del 1962, una settimana prima dell’apertura del concilio Vaticano II. L’inverno del 1962-1963 fu particolarmente rigido e il nostro seminario era un luogo molto freddo, non solo dal punto di vista climatico. I miei ricordi sono un edificio e una routine, una disciplina e una forma di vita che sembravano aver attraversato immutate i decenni. Anche a un non rivoluzionario, tutto questo sembrava molto lontano dal mondo che avevo appena lasciato e nel quale i miei amici vivevano e crescevano. Ma a noi si chiedeva di non vivere e pensare come loro. Si dovevano fare le cose come si erano sempre fatte. La Chiesa cattolica era immutabile, ma stava per cambiare. Per decenni l’Irlanda è stata considerata uno dei paesi più profondamente e saldamente cattolici del mondo. Oggi si trova a essere, insieme ad altre parti dell’Europa, un paese «post-cattolico». Ognuno ha la propria definizione del termine, ma esso contiene in sé un riferimento ineludibile al cattolicesimo che è stato rimosso. Il cattolicesimo irlandese ha una storia e una cultura assolutamente uniche. Il rinnovamento della Chiesa irlandese non verrà da piani e programmi importati: deve scaturire dal suo interno.
Documenti, 2011-7

Cristo nelle vittime. Diocesi di Dublino (Irlanda)

Diocesi di Dublino, D. Martin
A un anno dalla lettera di Benedetto XVI Ai cattolici d’Irlanda (Regno-doc. 7,2010,193), si sta per concludere la visita apostolica in alcune delle diocesi dell’isola per rispondere al problema delle violenze sessuali su minori da parte di sacerdoti e religiosi. La visita a Dublino, condotta dall’arcivescovo di Boston (USA), card. S. O’Malley (Regno-att. 6,2011,159), si segnala perché è stata conclusa da una liturgia, detta «Lamento penitenziale», celebrata dal visitatore assieme al vescovo locale, mons. D. Martin, nella pro-cattedrale St. Mary di Dublino il 20 febbraio. La celebrazione, che qui presentiamo assieme alle due brevi omelie del cardinale (cf. riquadro a p. 228) e dell’arcivescovo, prevedeva un’introduzione aperta dalla prostrazione davanti alla croce; la liturgia della Parola con brani dai rapporti ufficiali sulle violenze; la lavanda dei piedi ad alcune vittime; la recita di «litanie del lamento penitenziale»; la consegna del «cero della protezione» e la benedizione finale. Molto insistita la richiesta di perdono per quanti nella Chiesa non hanno voluto né vedere le violenze né farsi carico della sofferenza delle vittime.
Documenti, 2011-7

Cristo nelle vittime. Solo l'altro può perdonare: omelia di mons. Diarmuid Martin

D. Martin
A un anno dalla lettera di Benedetto XVI Ai cattolici d’Irlanda (Regno-doc. 7,2010,193), si sta per concludere la visita apostolica in alcune delle diocesi dell’isola per rispondere al problema delle violenze sessuali su minori da parte di sacerdoti e religiosi. La visita a Dublino, condotta dall’arcivescovo di Boston (USA), card. S. O’Malley (Regno-att. 6,2011,159), si segnala perché è stata conclusa da una liturgia, detta «Lamento penitenziale», celebrata dal visitatore assieme al vescovo locale, mons. D. Martin, nella pro-cattedrale St. Mary di Dublino il 20 febbraio. La celebrazione, che qui presentiamo assieme alle due brevi omelie del cardinale (cf. riquadro a p. 228) e dell’arcivescovo, prevedeva un’introduzione aperta dalla prostrazione davanti alla croce; la liturgia della Parola con brani dai rapporti ufficiali sulle violenze; la lavanda dei piedi ad alcune vittime; la recita di «litanie del lamento penitenziale»; la consegna del «cero della protezione» e la benedizione finale. Molto insistita la richiesta di perdono per quanti nella Chiesa non hanno voluto né vedere le violenze né farsi carico della sofferenza delle vittime.