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Documenti, 3/2009, 01/02/2009, pag. 97

Una vocazione responsabile. In veste di pastori e maestri. Lettere della USCCB

F. card. George
«Fornire un contributo costruttivo e fondato su dei principi al dibattito nazionale sui valori e sulle politiche che configureranno il futuro della nostra nazione» è lo scopo che ha guidato le lettere inviate dalla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) e dal Consiglio nazionale della Chiese di Cristo degli Stati Uniti (NCC) al presidente eletto Barack Obama nell’imminenza del suo insediamento. Il card. Francis George ha chiaramente espresso quali siano le sfide nazionali e internazionali per le quali la Chiesa cattolica statunitense si impegna a collaborare «dissentendo rispettosamente e civilmente quando è necessario», approfondendo nella seconda lettera il tema non negoziabile a cui la prima missiva già dedicava una sezione: la difesa della «vita umana non ancora nata». Anche la «comunità di fede ecumenica» ha preso posizione di fronte alla «necessità di una ricostruzione sociale in patria e di un ristabilimento dell’onore all’estero» con un messaggio in uno spirito di fattiva collaborazione, camminando responsabilmente assieme al neo eletto presidente, nel solco del «Credo sociale del XXI secolo».

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«Fornire un contributo costruttivo e fondato su dei principi al dibattito nazionale sui valori e sulle politiche che configureranno il futuro della nostra nazione» è lo scopo che ha guidato le lettere inviate dalla Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) e dal Consiglio nazionale della Chiese di Cristo degli Stati Uniti (NCC) al presidente eletto Barack Obama nell’imminenza del suo insediamento. Il card. Francis George ha chiaramente espresso quali siano le sfide nazionali e internazionali per le quali la Chiesa cattolica statunitense si impegna a collaborare «dissentendo rispettosamente e civilmente quando è necessario», approfondendo nella seconda lettera il tema non negoziabile a cui la prima missiva già dedicava una sezione: la difesa della «vita umana non ancora nata». Anche la «comunità di fede ecumenica» ha preso posizione di fronte alla «necessità di una ricostruzione sociale in patria e di un ristabilimento dell’onore all’estero» con un messaggio in uno spirito di fattiva collaborazione, camminando responsabilmente assieme al neo eletto presidente, nel solco del «Credo sociale del XXI secolo».