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Documenti, 17/2009

Un messaggio all'Europa. Viaggio apostolico nella Repubblica Ceca

Benedetto XVI
«L’Europa è più che un continente. Essa è una casa! E la libertà trova il suo significato più profondo proprio nell’essere una patria spirituale. Nel pieno rispetto della distinzione tra sfera politica e quella religiosa… Desidero rimarcare l’insostituibile ruolo del cristianesimo per la formazione della coscienza di ogni generazione». Nel viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca (26-28 settembre 2009: 13° fuori d’Italia, 7° inEuropa) il tema delle sue radici spirituali del continente si è organicamente legato alla sollecitazione per la Chiesa locale ad essere «minoranza creativa», capace di riproporsi al dialogo pubblico, al confronto intellettuale, alla sfida educativa e al servizio caritativo. I due discorsi che qui riprendiamo sviluppano in particolare il tema del confronto pubblico (discorso alle autorità civili e al corpo diplomatico) e quello della formazione per le nuove generazioni (incontro con il mondo accademico). In questi, come negli altri testi pronunciati in questa occasione, il papa riprende luoghi a lui cari: il nesso tra martirio, libertà e verità e quello tra razionalità e fede di contro a quello che lega relativismo, materialismo e consumismo.

Un messaggio all'Europa: In nome della verità. Incontro con le autorità

Benedetto XVI
«L’Europa è più che un continente. Essa è una casa! E la libertà trova il suo significato più profondo proprio nell’essere una patria spirituale. Nel pieno rispetto della distinzione tra sfera politica e quella religiosa… Desidero rimarcare l’insostituibile ruolo del cristianesimo per la formazione della coscienza di ogni generazione». Nel viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca (26-28 settembre 2009: 13° fuori d’Italia, 7° inEuropa) il tema delle sue radici spirituali del continente si è organicamente legato alla sollecitazione per la Chiesa locale ad essere «minoranza creativa», capace di riproporsi al dialogo pubblico, al confronto intellettuale, alla sfida educativa e al servizio caritativo. I due discorsi che qui riprendiamo sviluppano in particolare il tema del confronto pubblico (discorso alle autorità civili e al corpo diplomatico) e quello della formazione per le nuove generazioni (incontro con il mondo accademico). In questi, come negli altri testi pronunciati in questa occasione, il papa riprende luoghi a lui cari: il nesso tra martirio, libertà e verità e quello tra razionalità e fede di contro a quello che lega relativismo, materialismo e consumismo.

Un messaggio all'Europa: Unità spirituale e culturale. Incontro con il mondo accademico

Benedetto XVI
«L’Europa è più che un continente. Essa è una casa! E la libertà trova il suo significato più profondo proprio nell’essere una patria spirituale. Nel pieno rispetto della distinzione tra sfera politica e quella religiosa… Desidero rimarcare l’insostituibile ruolo del cristianesimo per la formazione della coscienza di ogni generazione». Nel viaggio apostolico di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca (26-28 settembre 2009: 13° fuori d’Italia, 7° inEuropa) il tema delle sue radici spirituali del continente si è organicamente legato alla sollecitazione per la Chiesa locale ad essere «minoranza creativa», capace di riproporsi al dialogo pubblico, al confronto intellettuale, alla sfida educativa e al servizio caritativo. I due discorsi che qui riprendiamo sviluppano in particolare il tema del confronto pubblico (discorso alle autorità civili e al corpo diplomatico) e quello della formazione per le nuove generazioni (incontro con il mondo accademico). In questi, come negli altri testi pronunciati in questa occasione, il papa riprende luoghi a lui cari: il nesso tra martirio, libertà e verità e quello tra razionalità e fede di contro a quello che lega relativismo, materialismo e consumismo.

Legge naturale ed etica universale. Commissione teologica internazionale

Commissione teologica internazionale
Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale è il titolo completo dell’ultimo studio della Commissione teologica internazionale (CTI), approvato a fine 2008 dopo il consueto pluriennale lavoro preparatorio (cf. «Nota preliminare »). Le motivazioni che hanno suggerito alla CTI questa esplorazione sono ben riassunte nei paragrafi conclusivi (113-116). «Chiamiamo legge naturale il fondamento di un’etica universale che cerchiamo di ricavare dall’osservazione e dalla riflessione sulla nostra comune natura umana». Si tratta infatti della «legge morale inscritta nel cuore degli uomini e di cui l’umanità prende sempre più coscienza via via che avanza nella storia». La scoperta della legge naturale «risponde alla ricerca di un’umanità che da sempre si sforza di darsi regole per la vita morale e per la vita in società». La Chiesa cattolica desidera condividere le risorse di tale concetto «con le religioni, le sapienze e le filosofie del nostro tempo» in quanto «consente un dialogo che, nel rispetto delle convinzioni religiose di ciascuno, fa appello a quello che c’è di universalmente umano in ogni essere umano».

L'insegnamento della religione nella scuola. Lettera circolare Congregazione educazione cattolica

Z. card. Grocholewski, J.L. Brugues
Non si può sostituire l’ora di religione con un «insegnamento del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa» senza con ciò stesso violare la libertà delle scelte educative delle famiglie – afferma la lettera cir colare della Congregazione per l’educazione cattolica ai presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo, datata 5 maggio ma resa nota il 9 settembre scorso. Il dibattito che ne è sorto in Italia – complice anche una recente sentenza; cf. in questo numero a p. 563 – si è quindi soffermato sulla presunta volontà vaticana di proporre una sorta di «stato catechista». Tuttavia, come ha ribadito sia un articolo de L’Osservatore romano dell’11 settembre sia un’intervista a Radio vaticana di mons. A. Zani, sottosegretario della congregazione, la «distinzione tra catechesi e insegnamento della religione… è netta». Se la prima è un «percorso finalizzato all’interiorizzazione» dei valori della religione cattolica, nell’insegnamento confessionale con «profilo di qualità elevato» vi è un dialogo tra saperi, «strumento privilegiato per la conoscenza e l’accoglienza dell’altro».

Per crucem ad lucem. Prolusione del card. Bagnasco al Consiglio permanente della CEI

A. card. Bagnasco
Cinque paragrafi sul magistero pontificio (tre sulla Caritas in veritate, uno sull’anno sacerdotale e uno sull’emergenza educativa) e cinque sui rapporti tra la Chiesa italiana e il paese, articolati tra Chiesa e stato (IRC e crediti sco lastici), Chiesa e testimonianza, Chiesa e politica, Chiesa ed emergenze etiche (la pillola Ru486, il fine-vita, l’immigrazione), Chiesa e celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia. Se sull’appello alla «sobrietà» dei politici (n. 8) verte la maggioranza dei titoli che i quotidiani italiani hanno dedicato alla prolusione del presidente della CEI, card. Ba gnasco, al Consiglio permanente (21.9.2009), il giudizio che accomuna tutte le cronache e i commenti è di assoluto «equilibrio». Questo Consiglio permanente era il primo incontro ufficiale in seno alla CEI all’indomani delle dimissioni del direttore di Avvenire Dino Boffo, avvenute il 3 settembre scorso a seguito di una campagna di stampa condotta da Il Giornale (cf. Regno-att. 16,2009,513 e riquadro alle pp. 558-559) e qui definita «un passaggio amaro…». Ma la Chiesa «non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere».

Gaio e irresponsabile

M. Crociata
Il 6 luglio scorso, nella memoria liturgica di santa Maria Goretti, il segretario della Conferenza episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, ha pronunciato un’omelia durante la messa celebrata nella casa del martirio della giovane, a Le Ferriere (Latina). Il passaggio centrale – lo «sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile», comportamento «grave» che non può essere derubricato ad «affare privato» «soprattutto quando sono implicati minori» – è stato unanimemente interpretato dall’opinione pubblica come un atto di censura nei confronti del cosiddetto sexgate che ha coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

I cattolici e il reiki. Linee guida della Commissione dottrinale dei vescovi USA

Commissione dottrinale della USCCB
«La terapia reiki non trova sostegno né nelle scoperte della scienza naturale né nella fede cristiana», perciò «sarebbe inappropriato per le istituzioni cattoliche… o per le persone che rappresentano la Chiesa» promuoverla od offrirle sostegno. Tale giudizio della Commissione dottrinale della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ispira le Linee guida per la valutazione del reiki come terapia alternativa, rivolte alle molte strutture di cura, ai centri di ricovero e ai cappellani cattolici che possono aver adottato o sostenuto «terapie alterna tive che spesso sono disponibili negli Stati Uniti» come parte dell’iter terapeutico. Il reiki è una tecnica di guarigione giapponese radicata in una «visione del mondo» dal «carattere monista e panteistico». La Chiesa riconosce due tipi di guarigione che non si escludono reciprocamente: «La guarigione per grazia divina e la guarigione che utilizza i poteri della natura», ma, nel primo caso, «questo potere di guarire non è a disposizione dell’essere umano, in quanto “neppure le preghiere più intense ottengono la guarigione di tutte le malattie”».

I matrimoni tra cattolici e battisti. CEI - Unione cristiana evangelica battista d'Italia

A. card. Bagnasco, A. Maffei
«Pur rimanendo le difficoltà ..., i matrimoni interconfessionali possono oggi essere visti nel loro aspetto positivo per l’apporto che possono arrecare al movimento ecumenico, specialmente quando ambedue i coniugi sono fedeli alla vocazione cristiana nella loro Chiesa» e quando c’è il pieno sostegno delle comunità d’appartenenza. Il Documento comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra cattolici e battisti in Italia, firmato a Ro ma il 30 giugno scorso dal card. Angelo Bagna sco, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), e dalla pastora Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), segue la falsariga dell’analogo testo comune sottoscritto nel 1997 tra cattolici, valdesi e metodisti italiani. Proprio a partire dal pregiudizio positivo sui matrimoni interconfessionali e sulla loro incidenza sul cammino ecumenico fin dal livello di base, il documento identifica gli elementi comuni dell’insegnamento delle Chiese, delinea le divergenze e le possibili ricadute conflittuali, e infine prospetta indicazioni e orientamenti per la preparazione e la celebrazione.