Documenti, 15/2009, 01/09/2009, pag. 495
Ecclesiae unitatem. Lettera apostolica motu proprio sulla Pontificia commissione «Ecclesia Dei»
Benedetto XVI
Gli atti compiuti dal papa tra il 2007 e il 2009 per aprire «una porta al dialogo » con i cosiddetti lefebvriani non hanno modificato le «questioni dottrinali », e finché queste «non saranno chiarite» la Fraternità San Pio X «non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero». Pertanto, conformemente a quanto si era riservato di fare nella Summorum pontificum del 2007 e a quanto aveva più esplicitamente annunciato nella Lettera ai vescovi cattolici del 10 marzo scorso (seguita alla remissione della scomunica ai quattro vescovi della Fraternità), Benedetto XVI ha formalizzato, l’8 luglio scorso, il ripensamento della struttura della Commissione «Ecclesia Dei», «collegandola in modo stretto con la Congre gazione per la dottrina della fede». In concreto, essa sarà presieduta dal prefetto di quel dicastero, il quale dovrà «sottoporre i principali casi e le questioni di carattere dottrinale allo studio e al discernimento delle istanze ordinarie della congregazione per la dottrina della fede, nonché sottometterne le risultanze alle superiori disposizioni del sommo pontefice» (n. 6).
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