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Documenti, 1/2009

Combattere la povertà, costruire la pace. Messaggio per la XLII Giornata mondiale della pace

Benedetto XVI
«Combattere la povertà implica un’attenta considerazione del complesso fenomeno della globalizzazione». Benedetto XVI, nel messaggio per la XLII Giornata mondiale della pace (1.1.2009), si sofferma in particolare su cinque preoccupazioni e ambiti di lotta alla povertà in questa società globalizzata: lo sviluppo demografico, le malattie pandemiche, la povertà dei bambini, la relazione esistente tra disarmo e sviluppo e l’attuale crisi alimentare. «Una delle strade maestre per costruire la pace è una globalizzazione finalizzata agli interessi della grande famiglia umana. Per governare la globalizzazione occorre però una forte solidarietà globale tra paesi ricchi e paesi poveri, nonché all’interno dei singoli paesi, anche se ricchi. È necessario un “codice etico comune”». Intitolato Combattere la povertà, costruire la pace e reso noto in Vaticano l’11 dicembre 2008, il nuovo documento pontificio riprende e sviluppa il messaggio di Giovanni Paolo II per la XXVI Giornata mondiale della pace del 1993 e anticipa – a detta del card. Martino – alcuni contenuti di una prossima enciclica a sfondo sociale.

Le ragioni della gioia. Discorso alla curia romana per la presentazione degli auguri natalizi

Benedetto XVI
La gioia come parte integrante della festa e la gioia come frutto dello Spirito Santo: è molto precisa l’impronta sotto la quale Benedetto XVI ha inteso raccogliere gli eventi ecclesiali principali dell’anno in corso, in occasione dell’incontro con i membri della curia romana per gli auguri natalizi, il 22 dicembre scorso. Individuando nel Sinodo dei vescovi sulla parola di Dio e soprattutto nella Giornata mondiale della gioventù di Sydney i momenti salienti del 2008, egli sviluppa una riflessione di grande respiro, dalla forte impronta pneumatologica (il tema «Spirito Santo», osserva il papa, «orientava le giornate in Australia e, in modo più nascosto, anche le settimane del Sinodo»): è al suo interno che si collocano anche i due «no» rilevati dai titoli dei quotidiani il giorno dopo il discorso: «no» all’equivalenza tra le giornate della gioventù e gli altri raduni giovanili e «no» all’incoerenza tra rispetto della natura e manipolazione dell’uomo.

Dignitas personae. Istruzione di Congregazione per la dottrina della fede su questioni di bioetica

W. card. Levada, L.F. Ladaria
In tema di bioetica, «l’insegnamento morale della Chiesa è stato talvolta accusato di contenere troppi divieti»: è quanto afferma nelle conclusioni (n. 36) l’istruzione dottrinale Dignitas personae, datata 8.9.2008 ma presentata ufficialmente lo scorso 12 dicembre dalla Congregazione per la dottrina della fede. Ripercorrendo passo passo il magistero sulla tutela della vita, in particolare quella nascente, essa ribadisce l’opposizione a quelle «pratiche che determinano una grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati» e in vita i fedeli a impegnarsi «con forza a promuovere una nuova cultura della vita, accogliendo i contenuti di questa istruzione con l’assenso religioso del loro spirito». Occorre infatti ricordare sempre che «dietro ogni “no” rifulge, (…) un grande “sì” al riconoscimento della dignità e del valore inalienabili d’ogni singolo e irripetibile essere umano chia mato all’esistenza».

La Camera apostolica. Regolamento della Segreteria di stato

Segreteria di stato
La Camera apostolica, «uno dei più antichi uffici della curia romana», nell’attuale ordinamento è quell’ufficio che cura e amministra i beni e i diritti temporali della Santa Sede nel tempo in cui questa è vacante. Il suo Regolamento, approvato nel 2007 ma pubblicato solo di recente, è pertanto centrato sugli adempimenti e le responsabilità che toccano ai suoi membri – il camerlengo di santa romana Chiesa che ne è a capo, il vicecamerlengo, l’uditore generale, i prelati chierici di camera e il notaro-cancelliere – dal momento della morte del papa sino all'elezione del successore. In particolare è il camerlengo che organizza il conclave ed è responsabile della sua riservatezza. Nominato dal papa per un quinquennio, attualmente è il card. Tarcisio Bertone, succeduto al card. Eduardo Martínez Somalo nell’aprile 2007, ovvero poco dopo che, in veste di segretario di stato, aveva comunicato allo stesso Martínez Somalo (con lettera prot. n. 47668 del 3.3.2007) l’approvazione ad quinquennium del presente Regolamento.

L’indulto del 1984 e i suoi limiti. Risposte della Pontificia commissione «Ecclesia Dei»

D. card. Castrillon Hoyos
Il 24 ottobre scorso la Pontificia commissione «Ecclesia Dei» ha reso pubbliche alcune risposte del suo presidente, card. Dario Castrillón Hoyos, a domande di chiarifica sul motu proprio di Benedetto XVI Summorum pontificum sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 (Regno-doc. 15,2007,457ss). A esse vengono aggiunte ampie citazioni dal verbale di una riunione di una Commissione cardinalizia svoltasi il 12 dicembre 1986. L’insieme del documento da un lato conferma la decadenza delle indicazioni precedenti il motu proprio (l’indulto Quattuor abhinc annos del 1984 e il motu proprio Ecclesia Dei adflicta del 1988) e dall’altro sottolinea le differenze fra il regime dell’ indulto e quello del riconoscimento delle due forme del Rito romano (ordinario e straordinario). Il verbale del 1986, ripreso per singole citazioni e non integrale, dimostrerebbe – nell’intenzione con cui viene ora pubblicato – il coerente sviluppo della cura liturgica e pastorale della Santa Sede, constatata l’«inefficacia dell’indulto».

Un unico sacramento di Cristo. Lectio all’apertura del cammino sinodale del clero di Milano

L. Monari
«Vorrei mettermi davanti a voi con immenso rispetto, come davanti all’opera del Signore che è prima di tutto da riconoscere e ammirare». Con queste parole mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, ha aperto lo scorso 28 ottobre 2008, nel Duomo di Milano, l’Assemblea sinodale del clero ambrosiano, in una celebrazione presieduta dall’arcivescovo card. Dionigi Tettamanzi. La lectio, centrata sul tema «In ascolto della parola di Dio per una Chiesa aperta al futuro», descrive, attraverso i passi evangelici, un percorso che parte dalla figura del discepolo di Cristo e giunge fino alla vocazione del presbitero. Entrambi sono irresistibilmente attratti da Cristo, dalla sua opera di liberazione e, per tutti e due, la gloria si trova nel «divenire strumenti dell’azione del Signore risorto» nella missione di annunciatori della Parola alle genti: «Siamo mandati a parlare e ad agire in persona Christi. Attraverso di noi la carne gloriosa di Cristo rimane e agisce dentro la storia».

La sete della Parola. Riflessioni teologico-pastorali sulla lettura della Bibbia

V. Paglia
Il Sinodo sulla parola di Dio (cf. Regno-att. 20,2008,665; Regno-doc. 19,2008,585) e la nuova traduzione italiana della Bibbia, entrata da un anno nell’uso liturgico (cf. Regno-att. 20,2007,657): due recenti eventi ecclesiali rilanciano con forza quel movimento biblico che, in seguito al concilio Vaticano II, «ha segnato profondamente la vita della Chiesa cattolica» in tutti i suoi ambiti. È proprio alla luce di questi due eventi che mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Federazione biblica cattolica, riprende e interpreta i dati emersi dalla grande inchiesta su «La lettura della Bibbia» realizzata nel 2008 in alcuni paesi del mondo (cf. Regno-att. 10,2008,336). La relazione che pubblichiamo è stata pronunciata il 5 dicembre scorso a Roma, al Palazzo dei Congressi, alla presentazione dell’edizione CEI-UELCI, già in commercio da alcune settimane, della nuova traduzione italiana della Bibbia. Dal prossimo 1° febbraio tale traduzione sarà disponibile anche nella nuova edizione italiana della Bibbia di Gerusalemme, alla quale, a partire da questo numero, Il Regno farà riferimento per le citazioni della sacra Scrittura.

Goodbye Wall Street, hello Wall Street. Bernhard Emunds sulla crisi finanziaria internazionale

B. Emunds
Non si può tornare indietro dall’economia finanziaria dominata dal mercato dei capitali. Ma è fin troppo evidente che occorre «cambiare in profondità le sue strutture basilari con l’adozione di nuove condizioni generali» e che ciò richiede «molta fantasia istituzionale». È questo il passaggio centrale della relazione che Bernhard Emunds, docente di Etica sociale cristiana e di Filosofia sociale nonché direttore dell’Istituto «O. von Nell-Breuning» dell’Alta scuola filosofico-teologica «Sankt Georgen» di Francoforte, ha svolto lo scorso 22 e 23 settembre a Münster. Due sono le «carenze fondamentali». Innanzitutto i periodici e sempre più frequenti cicli di turbolenza; in secondo luogo la spinta «a preoccuparsi a breve termine di realizzare i maggiori utili possibili» a scapito di una visione di lungo periodo. Per questo un «nuovo globale ordinamento dell’economia finanziaria» andrà «inteso come parte di un compito più generale di ristrutturazione del capitalismo nel suo complesso». Un compito naturale per chi s’ispira «all’etica sociale cristiana» e avrà il «coraggio di pensare e perseguire scenari di trasformazione globali».