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Documenti, 19/2007, 01/11/2007, pag. 620

Discernimento per il bene dei fedeli

Card. J. Policarpo
Sulle richieste che perverranno ai parroci per celebrare l’eucaristia secondo il Messale del 1962, cioè quello anteriore alla riforma liturgica del concilio Vaticano II, i criteri che dovranno orientare il discernimento pastorale caso per caso saranno quelli espressi dalla Lettera ai vescovi scritta da Benedetto XVI per presentare il motu proprio Summorum pontificum, e cioè il bene dei fedeli e il principio secondo cui la forma ordinaria della celebrazione liturgica in tutta la Chiesa cattolica è il Messale di Paolo VI. È quanto precisa il card. José da Cruz Policarpo, patriarca di Lisbona, nella Lettera a tutti i presbiteri che svolgono il loro ministero nel patriarcato di Lisbona inviata il 14 settembre. Esplicitata una serie di avvertenze per collocare l’interpretazione del motu proprio nel contesto specifico della diocesi, il vescovo esorta i suoi sacerdoti «a rimanere vigilanti per evitare che questa apertura, concessa dal santo padre per il bene di tutta la Chiesa, si trasformi in una campagna per il ritorno alla liturgia antica. Questa sarebbe una scelta contro la riforma liturgica e contro lo spirito del concilio Vaticano II; e inoltre ignorerebbe il carattere straordinario, chiaramente affermato dal santo padre, per l’uso del messale del 1962».

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