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Documenti, 15/2007

Summorum pontificum. Lettera apostolica motu proprio sull'uso della liturgia romana prima del 1970

Benedetto XVI
«Il Messale romano promulgato da Paolo VI è l’espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa cattolica di rito latino... il Messale romano promulgato da s. Pio V… deve venire considerato come espressione straordinaria della stessa lex orandi… Queste due espressioni… sono due usi dell’unico rito romano». Al centro della lettera apostolica Summorum pontificum sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 e della concomitante Lettera ai vescovi, datate 7 luglio, c’è la preoccupazione del papa per l’unità della grande tradizione cattolica (cf. Regno-att. 14,2007,434), messa a rischio sia dalla frattura col movimento dei lefebvriani sia dalle letture conciliari che privilegiano ermeneutiche di rottura e discontinuità. Così interpreta l’intervento pontificio anche il card. Ruini (qui a p. 458); mentre mons. C. Dagens (qui a p. 460) mette maggiormente in luce le possibili problematiche aperte dalle condizioni nelle quali si dovrebbe realizzare l’unità con i tradizionalisti. La Commissione sulla liturgia dei vescovi statunitensi (qui a p. 462) propone un testo che sottende l’interrogativo se le nuove norme favoriranno quella «actuosa participatio» dei fedeli laici auspicata dalla Sacrosanctum concilium.

Summorum pontificum. Motu proprio

Benedetto XVI
Lettera apostolica motu proprio sull�uso della liturgia romana prima del 1970 e Lettera ai vescovi Summorum pontificum   �Il Messale romano promulgato da Paolo VI � l�espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa cattolica di rito latino... il Messale romano promulgato da s. Pio V� deve venire considerato come espressione straordinaria della stessa lex orandi� Queste...

Sollecitudine per l'unità. Il motu proprio Summorum pontificum

Card. C. Ruini
Coerentemente con quanto espresso in più di un’occasione, il papa è stato mosso alla pubblicazione del motu proprio a partire dalla preoccupazione di mantenere l’unità della Chiesa e una lettura unitaria del concilio Vaticano II, ha affermato il card. Camillo Ruini, attuale vicario di Roma, in un editoriale apparso su Avvenire dell’8 luglio scorso (www.avvenire.it).

Per responsabilità di vescovo. Il motu proprio Summorum pontificum

Mons. C. Dagens
Mons. Claude Dagens, vescovo di Angoulême, Francia, ha offerto un commento per Il Regno e per La Croix – apparso il 17 luglio scorso – su quelli che a suo avviso sono gli snodi maggiormente problematici del motu proprio. Lo pubblichiamo qui in una nostra traduzione dal francese.

Summorum pontificum. Lettera ai vescovi

Benedetto XVI
Lettera apostolica motu proprio sull�uso della liturgia romana prima del 1970 e Lettera ai vescovi Summorum pontificum   �Il Messale romano promulgato da Paolo VI � l�espressione ordinaria della lex orandi della Chiesa cattolica di rito latino... il Messale romano promulgato da s. Pio V� deve venire considerato come espressione straordinaria della stessa lex orandi� Queste...

Forme ordinaria e straordinaria: nove domande

Conferenza dei vescovi cattolici USA - Commissione sulla liturgia
Sul numero di maggio-giugno (vol. XLIII) della Newsletter della Commissione sulla liturgia della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti sono stati pubblicati i testi del motu proprio Summorum pontificum e della Lettera ai vescovi. La Commissione ha inoltre preparato due commenti in forma di domanda e risposta. Qui pubblichiamo in una nostra traduzione dall’inglese il secondo, che riprende i testi pontifici e i principali riferimenti conciliari in merito.

L'agorà dei giovani. Veglia con i giovani italiani a Loreto

Benedetto XVI
Con la visita del papa a Loreto è stata inaugurata l’iniziativa «Agorà dei giovani. Tre anni “giovani” nella Chiesa italiana», lanciata dal Consiglio permanente della CEI nel marzo scorso. Essa è «un percorso nazionale di speciale attenzione al mondo giovanile articolato in tre anni» con altrettante sottolineature e tematiche: il primo anno è dedicato all’ascolto del mondo giovanile e ha come tema «Come io vi ho amato»; il secondo sarà dedicato alla dimensione interpersonale dell’evangelizzazione e «Mi sarete testimoni» ne sarà il tema; il terzo anno, infine, porrà l’attenzione sulla dimensione culturale e sociale dell’evangelizzazione, a partire dal motto «Fino ai confini della terra». Era quindi la ricerca dell’amore il fulcro delle parole di Benedetto XVI sia alla veglia del 1° settembre – di cui proponiamo il testo – sia all’omelia nella concelebrazione eucaristica di domenica 2. In particolare egli ha invitato i giovani a riscoprire «la bellezza dell’amore, non però di un amore usa-e-getta, passeggero e ingannevole, … ma dell’amore vero e profondo», caratterizzato dalla stessa docilità e dall’abbandono fiducioso con cui Maria disse il suo «sì».

Risposte a quesiti circa la dottrina sulla Chiesa

Congregazione per la dottrina della fede
Le Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa, pubblicate dalla Congregazione per la dottrina della fede il 10 luglio, intendono «precisare il significato autentico di talune espressioni ecclesiologiche magisteriali, che nel dibattito teologico rischiano di essere fraintese» e fugare «perplessità e dubbi» suscitati da «interpretazioni errate». In specie i cinque quesiti cui la dichiarazione risponde si concentrano sull’espressione della costituzione dogmatica Lumen gentium del concilio Vaticano II, secondo la quale la Chiesa di Cristo «sussiste nella (subsistit in)» Chiesa cattolica. Le Risposte precisano dunque che il Vaticano II non ha cambiato la precedente dottrina sulla Chiesa; che la parola «sussiste» «può essere attribuita esclusivamente alla sola Chiesa cattolica»; che l’espressione conciliare, «che indica la piena identità della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica, non cambia la dottrina sulla Chiesa»; e infine il rapporto che le altre Chiese e comunità ecclesiali intrattengono con la Chiesa di Cristo. Sul vivace dibattito suscitato dalla dichiarazione in ambito sia ecumenico sia cattolico cf. Regno-att. 14, 2007,446 e in questo numero a p. 474.

Risposte a quesiti circa la dottrina sulla Chiesa. Risposte

Congregazione per la dottrina della fede
Nuova pagina 2 Congregazione per la dottrina della fede   Risposte a quesiti circa la dottrina sulla Chiesa   Le Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa, pubblicate dalla Congregazione per la dottrina della fede il 10 luglio, intendono �precisare il significato autentico di talune espressioni ecclesiologiche magisteriali, che nel dibattito...

Risposte a quesiti circa la dottrina sulla Chiesa. Articolo di commento

Congregazione per la dottrina della fede
Nuova pagina 2 Congregazione per la dottrina della fede   Risposte a quesiti circa la dottrina sulla Chiesa   Le Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa, pubblicate dalla Congregazione per la dottrina della fede il 10 luglio, intendono �precisare il significato autentico di talune espressioni ecclesiologiche magisteriali, che nel dibattito...

De Ecclesia: le domande e le risposte

J. Wicks
«Il Vaticano II ha prodotto un insegnamento ecclesiologico incompiuto e tuttavia molto ampio e sostanzioso che non esisteva prima del Concilio. Si è trattato di una riforma dell’insegnamento e di uno sviluppo della dottrina». Per questo, e per il genere letterario a domanda e risposta atto a trattare temi specifici in modo circostanziato, le Risposte della Congregazione per la dottrina della fede a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina sulla Chiesa (in questo numero a p. 468) possono essere correttamente comprese solo situate nel contesto di tutto il restante magistero, sia conciliare sia successivo: in particolare la costituzione dogmatica conciliare Lumen gentium, il decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio e l’enciclica di Giovanni Paolo II Ut unum sint sull’impegno ecumenico della Chiesa cattolica. Il saggio dell’ecumenista Jared Wicks sj, docente alla John Carroll University di Cleveland (Ohio, USA) e consultore del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, mette in luce in particolare la rilevanza dell’insegnamento, ribadito dalle Risposte, sui «numerosi elementi di santificazione e di verità» presenti nelle altre Chiese e comunità ecclesiali.

Famiglia, comunica la tua fede

Card. D. Tettamanzi
In occasione della festa liturgica della natività di Maria, il card. Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ha presentato in Duomo il percorso pastorale 2007-2008, intitolato Famiglia, comunica la tua fede!, seconda tappa del piano pastorale triennale (2006-2009) «L’amore di Dio è in mezzo a noi», sulla missione della famiglia a servizio del Vangelo. Dopo aver dedicato il primo anno a «Famiglia, ascolta la parola di Dio», fulcro di questa tappa saranno la trasmissione della fede e l’educazione all’amore, con due impegni specifici: «la vita di fede in famiglia e il dono del battesimo ai figli». In merito al primo impegno, il cardinale esorta le famiglie a far «entrare nelle case più abbondante la parola di Dio» e a coltivare «la preghiera coniugale e familiare». Per quanto riguarda invece il secondo impegno, egli propone di «riscoprire la straordinaria ricchezza e bellezza del battesimo», tramite «una seria catechesi e un’adeguata formazione spirituale» che sia in grado di «accogliere la domanda sincera, anche se poco approfondita, dei genitori e farsi carico di un loro accompagnamento prima e dopo il battesimo».

La famiglia e l'evoluzione demografica

Comitato economico e sociale europeo
«La situazione demografica in Europa è “senza precedenti”» e configura un vero e proprio «inverno». Invecchiamento della popolazione e basso ricambio generazionale porteranno alla crescita della spesa pubblica e al calo della produttività; i forti flussi migratori da soli non costituiranno una soluzione se non saranno accompagnati da robuste politiche d’integrazione. E poiché la demografia chiede alla politica di ragionare «sul lungo termine», «l’UE deve insistere sull’urgenza della situazione e proporre agli stati membri» la «stipula di un Patto europeo per la famiglia», che contenga una serie di «impegni» in vista «di un ambiente favorevole alle famiglie». Il grido d’allarme viene dal Comitato economico e sociale europeo, che il 14 marzo scorso ha risposto a «una richiesta di parere … da parte della … presidenza tedesca» del Consiglio dell’Unione Europea su La famiglia e l’evoluzione demografica. Al fondo c’è l’idea che la famiglia, pur con le sue debolezze strutturali, sia all’origine da un lato «di ciò che gli economisti chiamano capitale umano» e dall’altro di «uno degli aspetti più intimi dell’essere umano».

Il bene comune

E. Chiavacci
In vista della prossima XLV Settimana sociale (Pisa - Pistoia, 18-21.10.2007), che segnerà il primo centenario dell’iniziativa intrapresa dal beato Toniolo nel 1907 (cf. il documento preparatorio; Regno-doc. 5,2007,153), il prof. Enrico Chiavacci, già docente di Teologia morale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, offre un’articolata riflessione, a partire dal concetto di bene comune, su tutto il corpus dottrinale che oggi va sotto il nome di dottrina sociale della Chiesa. Tre gli snodi problematici, ancor oggi non del tutto risolti: in primo luogo una visione del «rapporto fra uomo e società intrinsecamente strumentale». In secondo luogo il limite del concetto di legge naturale come principio regolatore della convivenza umana, già evidenziato da san Tommaso a motivo della fallibilità del ragionare umano e della sua necessaria storicizzazione. Infine, l’aver espunto i temi «sociali» dalla teologia vera e propria, con il rischio che il dovere di «compiere “opere buone”» finisse col prevalere «sul dovere evangelico di “farsi prossimo”».

Aparecida: documento conclusivo (prima parte)

V conferenza generale dell'episcopato latinoamericano
Una volta decisa l’adozione del metodo «vedere, giudicare, agire», «si è scelto di partire da un’introduzione positiva, che avrebbe dovuto manifestare, attraverso una preghiera di lode e di ringraziamento, la gioia della fede cattolica di questi popoli (c. I). L’osservazione della realtà sociale ed economica è svolta a partire dalla fede e costituisce un’ampia descrizione di questo continente», focalizzata prevalentemente sui molteplici riflessi latinoamericani della globalizzazione; segue «un’analisi della realtà ecclesiale, descritta con le sue luci e le sue ombre (c. II)». Con queste parole il teologo Mario de França Miranda, membro del gruppo di redazione, ha descritto in Regno-att. 12,2007,371ss la prima parte – che qui pubblichiamo – del Documento conclusivo della V Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano, svoltasi ad Aparecida, in Brasile, dal 13 al 31 maggio scorsi. Il papa, il cui Discorso inaugurale aveva assunto valore programmatico per l’intera riflessione della Conferenza, ne ha autorizzato la pubblicazione il 29 giugno.