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Documenti, 9/2006, 01/05/2006, pag. 290

Chiediamo perdono

Mons. Michel Santier all'Assemblea diocesana del Sinodo della Vandea
Una consultazione dal basso occasionata dal Sinodo della Vandea, in cui molti si sono dichiarati «vittime di ferite da parte della Chiesa e di chi vi appartiene», e il modello offerto da Giovanni Paolo II in occasione del giubileo, quando, ai piedi della croce, chiese perdono «per le controtestimonianze offerte dalla Chiesa nei diversi periodi della storia», hanno suggerito al vescovo di Luçon, mons. Santier, di compiere e di far compiere all’Assemblea diocesana, riunita il 2 aprile scorso, un «gesto di pentimento». Al centro dell’esame di coscienza della Chiesa vandeana si trova soprattutto la propria severità di giudizio, che ha fatto sì che quella comunità ecclesiale, forte della condizione maggioritaria, sia apparsa nel passato «troppo prepotente nel voler imporre i suoi punti di vista». Forte del perdono di Cristo che «può unire gli uomini», essa invece saprà imparare, conclude il vescovo, a porsi «come credenti in un mondo secolarizzato».

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Una consultazione dal basso occasionata dal Sinodo della Vandea, in cui molti si sono dichiarati «vittime di ferite da parte della Chiesa e di chi vi appartiene», e il modello offerto da Giovanni Paolo II in occasione del giubileo, quando, ai piedi della croce, chiese perdono «per le controtestimonianze offerte dalla Chiesa nei diversi periodi della storia», hanno suggerito al vescovo di Luçon, mons. Santier, di compiere e di far compiere all’Assemblea diocesana, riunita il 2 aprile scorso, un «gesto di pentimento». Al centro dell’esame di coscienza della Chiesa vandeana si trova soprattutto la propria severità di giudizio, che ha fatto sì che quella comunità ecclesiale, forte della condizione maggioritaria, sia apparsa nel passato «troppo prepotente nel voler imporre i suoi punti di vista». Forte del perdono di Cristo che «può unire gli uomini», essa invece saprà imparare, conclude il vescovo, a porsi «come credenti in un mondo secolarizzato».