Documenti, 5/2005, 01/03/2005, pag. 134
La questione della laicità. Lettera ai vescovi francesi
La laicità, «lungi dall’essere un luogo di scontro, è realmente l’ambito per un dialogo costruttivo, nello spirito dei valori di libertà, di uguaglianza e di fraternità, ai quali il popolo francese è giustamente molto legato»: è l’affermazione centrale della lettera che Giovanni Paolo II ha indirizzato al presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, e a tutti i vescovi francesi l’11 febbraio, a cent’anni dell’approvazione della legge sui rapporti stato-Chiesa del 1905, ancora in vigore.
Il quotidiano cattolico francese La Croix così sintetizza (nell’edizione del 14.2.2005) l’attuale indirizzo dopo cent’anni di scontri e discussioni sul problema: «Né provocazione, né esclusione. Né settarismo, né diniego. Ai cristiani il compito di vivere la laicità. E non più di combatterla. Il 1905 è finito».
I sette punti che sviluppano la lettera vanno oltre la citata affermazione di Pio XII di una «legittima e sana laicità». L’interlocutore critico non è più solo il laicismo ideologico e la sua pretesa di una separazione ostile fra stato e Chiesa ma anche l’antagonismo rappresentato dal «settarismo» e dal «ripiegamento identitario e settario», che potrebbero costituire un pericolo per lo stato e la pacifica convivenza dei cittadini.
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