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Documenti, 7/2004, 01/04/2004, pag. 219

Ai fratelli divorziati risposati

Mons. Elio Tinti, vescovo di Carpi
Confermare Ai fratelli e sorelle divorziati che si sono risposati la maternità della Chiesa e la paternità di Dio, nella comprensione e nell’affetto, è l’intento della lettera scritta il 23 ottobre 2003 dal vescovo di Carpi mons. Elio Tinti. «Non sentitevi né soli, né scomunicati, né emarginati e neppure sentitevi trattati ingiustamente per la non possibilità della comunione eucaristica»: nel riaffermare il magistero della Chiesa cattolica, cioè la non ammissione alla comunione per i divorziati che si siano risposati con rito civile, il vescovo pone però l’accento sulla loro permanenza a pieno titolo nella comunità cristiana. «Siete e rimanete battezzati, cresimati, chiamati dal Signore ad alimentare in voi la coscienza e la realtà dell’essere suoi figli, chiamati alla salvezza e al senso pieno della vostra vita». In quest’ottica si raccomanda la partecipazione all’ascolto della Parola, alla preghiera comune e alla messa, la direzione spirituale e la partecipazione alla vita ecclesiale senza nascondersi, ma anzi con una qualche possibile responsabilità.

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