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Documenti, 17/2004, 01/10/2004, pag. 580

La classicità e l'identità moderna

T. De Mauro
«Tagliare le radici che ci legano alla tradizione classica significa ridurre a guscio vuoto e sterile gran parte del vocabolario scientifico, morale, politico, intellettuale dell’Europa moderna». Le lingue europee, benché diverse, mostrano all’analisi del linguista una condivisione di sintassi e di lessico molto più profonda di quanto non appaia, e questo è dovuto alla secolare condivisone della cultura latina (in tutta la sua estensione, dall’età classica a quella moderna). E la lingua significa l’intero universo storico-culturale dell’Occidente. I dati della ricerca linguistica costituiscono per Tullio De Mauro, direttore del Dipartimento di scienze del linguaggio dell’Università La Sapienza di Roma e già ministro dell’istruzione, lo spunto da cui prende le mosse una riflessione su «La cultura classica patrimonio d’identità e metro di comprensione nell’era della globalizzazione», pronunciata lo scorso 20 febbraio in occasione delle celebrazioni per il 40° della Facoltà di lettere cristiane e classiche dell’Università pontificia salesiana. Capire gli altri mondi (Estremo Oriente, islam, Africa) «nella loro diversità significa essere consapevoli della nostra identità: questa… ci viene, nelle lingue e nelle idee, dal lascito di Atene, Alessandria e Roma».

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