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Documenti, 13/2004, 01/07/2004, pag. 389

Omaggio del patriarca Bartolomeo

Bartolomeo I
«L’amore è cresciuto, ma non siamo ancora giunti al fine desiderato… La nostra presenza oggi, qui, esprime in tutta evidenza il nostro sincero desiderio di rimuovere tutti gli ostacoli ecclesiali che non siano dogmatici o essenziali, affinché il nostro interesse si concentri sullo studio delle differenze essenziali e delle verità dogmatiche che fino a oggi dividono le nostre Chiese». Con queste parole il patriarca ecumenico, Bartolomeo I, si è rivolto alle due Chiese nell’omelia comune tenuta assieme a Giovanni Paolo II nella celebrazione del 29 giugno, durante la sua visita a Roma. Parole riprese dal papa, che ha aggiunto: «Vogliamo insieme continuare a fare quanto è umanamente possibile per colmare quanto ancora ci divide e ci impedisce di comunicare allo stesso corpo e sangue del Signore». Nel corso della visita in Vaticano, Bartolomeo I e Giovanni Paolo II hanno firmato una Dichiarazione comune nel 40° dell’abbraccio tra Paolo VI e Atenagora I (Gerusalemme, 5-6 gennaio 1964). In essa si riafferma l’opportunità di riprendere i lavori della «Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme». Un passo significativo oltre le incomprensioni manifestate da Bartolomeo nel dicembre scorso (cf. Regno-att. 4,2004,84; Regno-doc. 5,2004,129)

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Documenti, 2023-15

Il «nuovo ecumenismo» tradizionalista

Alla 16° Assemblea generale della Conferenza delle Chiese europee (KEK)

Bartolomeo I

Dal 14 al 20 giugno si sono riuniti a Tallinn, in Estonia, circa 300 rappresentanti delle Chiese che fanno parte della Conferenza delle Chiese europee (KEK) sul tema «Sotto la benedizione di Dio - Dare forma al futuro». L’intervento più significativo, intitolato «Celebrare l’unità in mezzo alle differenze», è stato quello pronunciato il 18 giugno dal patriarca ecumenico Bartolomeo I, che ha sottolineato come tutte le Chiese cristiane siano chiamate a lavorare insieme per un’Europa che continui a basarsi sull’identità e sui valori cristiani: «Dobbiamo mirare a un’Europa in cui i cristiani – e tutte le persone di buona volontà – lavorino per la giustizia e accolgano gli stranieri… Questo è il modo giusto per far rinascere l’Europa cristiana».

E insieme ha messo in guardia dal «nuovo ecumenismo», «un’unità delle Chiese cristiane attorno a quelli che sono etichettati come “valori tradizionali”», che «è addirittura arrivato al punto di consacrare il presidente della Federazione russa Vladimir Putin come suo campione politico, e il patriarca Cirillo della Chiesa ortodossa russa come suo leader spirituale». Così è diventato una «forza di divisione e distruzione», come si vede nel «brutale attacco della Russia contro l’Ucraina e nella sua giustificazione da parte della Chiesa come salvataggio di essa dalla pretesa seduzione di un Occidente ateo, secolarizzato e liberale». Nata nel 1959, la KEK è oggi composta da 113 membri ortodossi, anglicani, evangelici, vecchicattolici, uniti e metodisti in Europa.

 

Attualità, 2021-16

Italia - G20 delle religioni: un minuto a mezzanotte

Lettera aperta alla COP26: ascetismo, giustizia ed energia

Bartolomeo I

Nel contesto del Forum interreligioso del G20, che si è tenuto a Bologna dall’11 al 14 settembre, il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha espresso con forza il senso dell’urgenza di un’azione decisa della comunità globale per far fronte alla crisi ambientale, sotto forma di una Lettera alla COP26: ascetismo, giustizia ed energia. Proponiamo ampi stralci del testo in una nostra traduzione dall’inglese (ndr).

 

Documenti, 2017-17

Le cause spirituali della crisi ecologica

All’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico

«Il mondo della fede può essere veramente un potente alleato negli sforzi per affrontare tutte le crisi che attanagliano le nostre società: la giustizia ambientale, la giustizia sociale, il combattere fondamentalismo e razzismo, la capacità di accoglienza cosciente e sostenibile, la salvaguardia della cultura e delle tradizioni, il valore della biodiversità e della salvaguardia biologica». Nell’ambito della visita di tre giorni compiuta a Bologna in occasione del Congresso eucaristico diocesano (cf. in questo numero a p. 535), l’arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico Bartolomeo I ha tenuto una lectio magistralis presso l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, dal titolo «Salvaguardia dell’ambiente, salvaguardia della vita» (Bologna, 13.9.2017). In essa, citando parallelamente il magistero del santo e grande Concilio di Creta tenutosi tra le Chiese ortodosse nel 2016 e l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, ha ribadito la responsabilità della Chiesa «a contribuire, con i mezzi spirituali di cui dispone, alla protezione della creazione di Dio dagli effetti dell’avidità umana», contrastando «il mito della civiltà fondata solo sul progresso continuo, sulla sovranità della ragione e della crescita illimitata». Per il suo impegno sulle questioni ambientali il primate ortodosso è stato soprannominato «il patriarca verde».