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Documenti, 7/2003, 01/04/2003, pag. 220

Ai padri e alle madri

E. Menichelli
In occasione della giornata della vita e della famiglia (2 febbraio) l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Edoardo Menichelli, si è rivolto Ai padri e alle madri con una Lettera dell’arcivescovo ai genitori. «Non vi meravigli che il vescovo vi scriva e si rivolga a voi con il titolo più grande che vi distingue e che vi avvicina al mistero dell’azione di Dio circa la vita. Vi scrivo come padri e madri pensando all’esercizio di “paternità” che caratterizza il mio essere vescovo, accompagnato dal ministero di maternità che illumina il volto della Chiesa cui apparteniamo». Del comune ministero educativo – dei genitori e della Chiesa – rispetto ai figli, mons. Menichelli individua alcuni criteri di fondo, essenziali per educare i figli alla vita di relazione e di fede: ad esempio non cedere alla tentazione di sostituire con il soddisfacimento di ogni richiesta dei figli la sana «fatica» e «povertà» che fanno parte della vita; reputare come fisiologico «una casa un po’ in disordine» e qualche «dignitosa sculacciata»; fare della solidarietà verso i fratelli e della preghiera un’abitudine della propria casa; riconoscere nei figli i figli di Dio che si preparano alla propria vocazione; non dimenticare poi di dare loro oltre al «nutrimento» per il corpo anche quello per lo spirito. Dello stesso mons. Menichelli cf., con molte analogie, la lettera A voi giovani in Regno-doc. 7,2001,208s.

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Leggi anche

Documenti, 2011-17

Introduzione dell’arcivescovo

E. Menichelli
Il XXV Congresso eucaristico nazionale è stato organizzato dall’arcivescovo del capoluogo marchigiano, mons. Edoardo Menichelli (cf. Regno-att. 4,2011,80), insieme agli altri vescovi della metropolia di Ancona (Osimo, Jesi, Loreto, Fabriano, Senigallia). Riprendiamo i punti salienti del discorso con cui, nel pomeriggio del 3 settembre, dopo aver accolto il legato pontificio card. Re, egli ha avviato i lavori (www.congressoeucaristico.it).
Documenti, 2007-19

Lettera ai giovani

Mons. E. Menichelli, arcivescovo di Ancona - Osimo
«Guardandovi… spesso mi domando: siete felici? Ma allora cos’è quella strana inquietudine che trapela dagli occhi? Che cos’è la moltiplicata voglia di correre, di vedere, di provare; cos’è quella fatica del silenzio che sempre fuggite e che non amate?». Ha toni fortemente empatici la lettera indirizzata ai giovani da mons. Menichelli, arcivescovo di Ancona – Osimo, datata 24 giugno. A partire dagli slanci sentimentali delle scritte sui muri, dall’affannosa ricerca del successo effimero, il vescovo guarda con affetto di pastore a queste pecore spesso considerate un «problema» o «una malattia». «E ora mi siedo accanto a voi» per «dirvi quanto preziosi siete e quanto più amore meritate… Vorrei anche motivarvi per costruire insieme… un cammino tra uomini e donne che portano nel cuore una speranza e vincere così solitudine e amarezza». Il testo è in continuità con la meditazione che l’arcivescovo ha tenuto lo scorso 19 gennaio al convegno dei direttori diocesani di pastorale scolastica organizzato a Chianciano dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e il Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana sul tema «La testimonianza della fede e l’educazione delle nuove generazioni».
Documenti, 2001-7

A voi giovani

Mons. E. Menichelli, arcivescovo di Chieti-Vasto
"Vi ho scritto per amore vostro e delle vostre famiglie. Vi ho scritto con amore di padre. Vi ho scritto pensando e amando ogni vostra vita che è un bene personale e una ricchezza comune. Vi ho scritto perché ho fiducia in voi. Vi ho scritto con affetto". Un’intensa e cordiale partecipazione alla vita dei giovani anima la lettera, che il vescovo di Chieti-Vasto mons. Edoardo Menichelli ha indirizzato loro lo scorso febbraio. Le paterne raccomandazioni riguardano sia in generale l’atteggiamento esistenziale – sapienza, prudenza, saggezza, coraggio sono le virtù più ricordate, per indirizzare verso il vero e solido bene la gioiosa propensione, tipicamente giovanile, a godere della vita –, sia alcuni aspetti particolari, in primis il diffondersi di comportamenti estremi quali la frequenza delle discoteche fino al mattino, l’uso di droghe e sostanze da "sballo", le corse in moto o in auto, la ricerca insomma di un’"eccitazione" fine a se stessa e distruttiva. Tra le iniziative della Chiesa italiana in tema negli ultimi anni ricordiamo il gruppo di lavoro dedicato ai giovani all’interno del Convegno ecclesiale di Palermo (1995), il Sinodo dei giovani della diocesi di Napoli e quello della diocesi di Livorno (1996), il documento dei vescovi dell’Emilia-Romagna Giovani fra disagio ed evasione. A proposito di discoteche (1996; cf. Regno-att. 12,1996,346; Regno-doc. 13,1997,417). Opuscolo, Chieti 2001.