Documenti, 21/2002, 01/11/2002, pag. 674
Lettera alle nostre Chiese
«La gravità della situazione della nostra regione Calabria è sotto gli occhi di tutti… Viviamo in un clima di degrado etico, che preoccupa e pone serie ipoteche sul futuro della Calabria». Il grido di allarme dei vescovi (12 diocesi, 2 milioni di fedeli) è contenuto in una lettera pastorale che porta la data del 6 ottobre 2002. La denuncia riguarda in primo luogo il fenomeno mafioso: «La mafia sta prepotentemente rialzando la testa. E di fronte a questo pericolo, si sta purtroppo abbassando l’attenzione. Il male viene ingoiato. Non si reagisce». Ma sono preoccupanti anche i fenomeni dell’usura, i ritardi immotivati dei piani di sviluppo con fondi europei, l’instabilità continua del governo regionale, il ricorso ad appartenenze politiche per assicurarsi posti e ruoli.
Il testo è diviso in tre parti. Nella prima si sottolinea la centralità dell’annuncio cristiano con una comunicazione personalizzata e di tipo catecumenale, lo sviluppo delle parrocchie e il coraggio dei preti, l’impegno del laicato e della famiglia. Nella seconda si elencano i già accennati elementi critici della vita locale. Nella terza s’invitano le comunità cristiane a saper difendere la propria libertà rinunciando alle servitù del denaro, aiutando le iniziative a vantaggio dei disoccupati e degli immigrati, sostenendo le scuole di formazione politica e moderando lo sfarzo delle feste popolari. Quest’ultima indicazione richiama la precedente lettera pastorale Sull’uso cristiano del denaro (cf. Regno-doc. 11,2002, 336).
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