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Documenti
Documenti, 19/2001, 01/10/2001, pag. 598

Conclusioni di mons. Betori

Mons. G. Betori
La soggettività sociale della famiglia pone la famiglia stessa «come criterio di discernimento e punto di riferimento per ogni azione politica» (mons. Betori). È a partire da questa convinzione che la Commissione episcopale per la famiglia e la vita, il Forum delle associazioni familiari e il Servizio nazionale per il progetto culturale hanno promosso il convegno «La famiglia soggetto sociale. Radici, sfide e progetti», come primo momento di un «trittico» che, nel XX anniversario della Familiaris consortio, ha compreso anche l’incontro delle famiglie italiane con Giovanni Paolo II (20 ottobre) e la beatificazione dei coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi (21 ottobre). Al convegno è risuonata chiara e netta la richiesta di una «svolta alla situazione sociale, che anche in Italia non vede ancora pienamente attuato un progetto coerente sul fronte delle politiche familiari, … a partire da una coerente attuazione del principio di sussidiarietà nei rapporti tra stato e famiglia e da una forte spinta culturale» che torni a valorizzare il matrimonio e la famiglia (Ruini). Una svolta cui non dovrà mancare il sostegno dall’interno della Chiesa: «questo convegno è pertanto un punto di non ritorno sulla strada di un impegno determinato e coerente circa il contributo che il mondo cattolico è chiamato a dare all’Italia in una stagione di riforme e di auspicabili cambiamenti nelle politiche sociali» (Betori). L’incontro si è svolto a Roma dal 18 al 20 ottobre con la partecipazione di oltre mille delegati delle diocesi e delle associazioni familiari e il sostegno di Giovanni Paolo II, che ha inviato il Messaggio (originale: stampa da sito Internet: www.vatican.va) che qui pubblichiamo insieme alla Prolusione del card. Ruini e alle Conclusioni di mons. Betori (stampe da supporti magnetici in nostro possesso). Al convegno, aperto da mons. Lafranconi, sono intervenuti G. Weigel, P. Donati, E. Scabini, G. Blangiardo, S. Zamagni, L. Caselli, M. Martini, G. Della Torre, L. Ribolzi, I. Colozzi, G. Rossi.

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Sulla libertà religiosa: la CEI in Parlamento

Mons. G. Betori
L’«audizione informale» di mons. G. Betori (con il prof. V. Marano) alla commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, il 9 gennaio scorso, relativa alle proposte di legge C. 36 (Boato) e C. 134 (Spini) recanti «Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi», conteneva valutazioni di fondo che interessano anche alcune materie (segnatamente i nn. 20-26) oggetto della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione. Esse erano contenute prevalentemente nella prima parte dell’intervento, che pertanto qui riproduciamo. Nella stessa giornata, la commissione parlamentare aveva ascoltato anche i rappresentanti delle confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con lo stato o per le quali è in corso la relativa procedura.
Documenti, 2004-7

Verso Verona

Mons. G. Betori
«Lavorare per un’unione sempre più stretta tra cultura e missionarietà»: questa espressione di mons. Betori si presta bene a focalizzare l’intento e lo svolgimento del III Incontro nazionale del progetto culturale, svoltosi a Roma dall’11 al 13 marzo scorso col titolo «Nel cantiere del progetto culturale» e che radunava i vari soggetti locali – referenti diocesani, centri culturali cattolici, aggregazioni laicali, facoltà e istituti teologici, riviste, associazioni – impegnati a vario titolo in tale itinerario. Nella prolusione iniziale, «L’impegno culturale della Chiesa in Italia», il card. Ruini ha ripercorso lo sviluppo ormai decennale del progetto culturale, in particolare segnalando la dinamica che esso patisce tra frammentarietà e convergenza; a mons. Betori è invece toccato, nella relazione conclusiva «Verso il Convegno ecclesiale di Verona», descrivere il raccordo tra il progetto culturale e gli orientamenti pastorali per il decennio, che sarà al centro dei lavori del Convegno ecclesiale di Verona 2006. Tra le relazioni e gli interventi pronunciati, segnaliamo qui «Quale persona per quale futuro? Quale impegno nel cambiamento in atto?», di Adriano Fabris (ordinario di filosofia morale a Pisa), centrata sulla descrizione di tre fenomeni caratteristici del nostro tempo: «La progressiva spettacolarizzazione del mondo; le radicali trasformazioni del comunicare, in un’ottica sempre più strumentale; il predominio del consumo come forma di assimilazione e di annientamento della realtà».
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La società e la speranza dei cristiani

Mons. G. Betori al Convegno delle ACLI
«È ancora possibile sperare, quando le minacce sono così evidenti e apparentemente invincibili? ... E da dove attingere risorse per nutrire di speranza la vita, soprattutto la vita dei più deboli, di coloro – individui e popoli – che sono ai margini di uno sviluppo che sembra tutto travolgere, uomini e cose, nazioni e ambienti?». In un intervento intitolato «Minacce e speranze per gli uomini e le donne del XXI secolo», tenuto il 6 settembre 2002 al Convegno nazionale di studi delle ACLI su «Il Welfare che verrà. La nuova frontiera dei diritti nel tempo della globalizzazione» (Vallombrosa, 6-8.9.2002), il segretario generale della Conferenza episcopale italiana Giuseppe Betori traccia una riflessione sulla capacità dei cristiani di interpretare i segni della storia per essere in grado di dare una direzione ai propri progetti: «non si può pensare di essere cristiani, che animano della loro presenza la società, senza misurarsi anzitutto nell’interpretazione di essa». Le minacce che incombono sull’uomo del nostro tempo (perdita dell’identità personale, frantumazione, particolarismo, massificazione) possono essere affrontate attraverso la comprensione sempre più profonda del «mistero di Cristo nella storia... Il riferimento a Cristo come realtà interna alla storia, costitutiva di essa, è ciò che qualifica i credenti e la loro missione nel mondo; soprattutto, è ciò che rende possibile sfuggire alla duplice opposta deriva dell'utopia e della rinuncia». Originale: bollettino ACLI oggi. Speciale Vallombrosa, 3-8.