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Educazione: ripartire voltando pagina

«Mai come ora c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna».

Risalgono a un anno fa queste parole, pronunciate da papa Francesco nel videomessaggio con il quale ha voluto lanciare il «Patto educativo globale».

Il «Patto educativo globale»

Era nei progetti del pontefice un percorso di iniziative sparse nel mondo, definite di «ricostruzione del patto educativo globale», il cui culmine doveva essere il 14 maggio 2020 a Roma con un evento in cui siglare un’alleanza mondiale. Nella definizione del papa «un incontro per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione».

Anche questo progetto però, come tanti altri, ha dovuto fare i conti con la pandemia da COVID-19, motivo per cui le iniziative previste dopo marzo sono stati rinviate, oppure ripensate per una modalità a distanza.

Il complesso lavoro di trasformazione ha permesso, in questo tempo, di trovare nuove forme di «incontro» grazie alle quali molte sono state le esperienze di scambio e confronto. Il percorso per la ricostruzione di un patto educativo globale non si è fermato, bensì ha saputo affrontare i limiti dell’emergenza sanitaria, con quei mezzi spesso posti in discussione proprio circa il loro ruolo nel percorso formativo dei singoli e della società nel suo insieme, rimandando l’appuntamento con un evento virtuale per il 15 ottobre 2020, in una situazione rispettosa delle norme di «distanziamento fisico».

Superare la tradizione

Di fronte all’appello di ricostruzione, il mondo dell’educazione è obbligato a prendere coscienza della necessità di un cambiamento. Alla profonda conversione dell’opera educativa viene affidata una triplice missione, senza dubbio espressione concreta delle attenzioni esplicitate nel tempo da papa Francesco.

L’impegno a cui il mondo educativo è chiamato può dirsi sintetizzato in un passaggio della Laudato si’: «l’educazione sarà inefficace, e suoi sforzi saranno sterili, se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all’essere umano, alla vita, alla società, alla relazione con la natura» (n. 215). Gli aspetti qui indicati trovano nell’appello del papa l’indicazione di una via di conversione al mondo educativo?

  • Il punto di partenza è il richiamo al coraggio di porre al centro delle proprie attenzioni, decisioni, modelli e strutture la persona umana, alla quale siano riconosciuti la dignità e i diritti che le appartengono. L’educazione non è un privilegio, tutti devono poterne godere, nessuno escluso. Si parte dall’educazione per poter progressivamente bonificare la visione di società, con i suoi sistemi economici, tecnologici, politici: porre al centro la persona educa al rifiuto della cultura dello scarto.
  • Il secondo passaggio è l’invito al coraggio di investire con creatività e responsabilità nelle migliori energie, ovvero avere l’audacia di impegnare i giovani talenti in progetti ambiziosi volti al profondo cambiamento culturale, non più spesi alla massimizzazione del profitto personale, individuale, bensì animati dallo sforzo per il bene comune, in vista del quale s’impegnano le proprie migliori competenze e forze.
  • In contrasto con la cultura attuale troviamo, infine, l’appello al coraggio di formare persone disponibili al servizio, solo così il percorso educativo potrà formare persone nella società, per la società. È necessario un ripensamento dei tradizionali sistemi pedagogici, aprendo alla possibilità di riconoscere al servizio il valore di strumento educativo nella sua stessa prassi, permettendo lo strutturarsi di una cultura dell’incontro in cui l’altro è riconosciuto per una crescita reciproca di apprendimento e dono.

Il motto attorno al quale il progetto ruota è un proverbio africano: «Per educare un bambino serve un villaggio». Un’alleanza educativa globale, dunque, vuole rendere il mondo un Villaggio dell’educazione per poter costruire quel contesto in cui si renda possibile l’incontro e l’accordo globale per una formazione capace di realizzare l’armonia fra le diverse componenti della persona e della società, che dalle persone è composta.

Questo il compito, questa la sfida, resa ancora più urgente e attuale in un mondo alle prese con una pandemia, il cui attacco ha messo in evidenza quei punti deboli già intravisti, forse conosciuti, ora non più evitabili, di fronte ai quali non possiamo evitare di avviare un ripensamento dei modelli educativi tradizionali.

 

Il presente post anticipa alcuni temi che verranno ripresi venerdì 25 settembre, dalle 18.00 alle 19.30, durante il webinar «Etica per un tempo inedito: educare e formare i cittadini di domani». Si ricorda che per le iscrizioni è sufficiente inviare una mail al segretario ATISM: salvatorecipressa@gmail.com.

Laura Dalfollo insegna presso la Libera università Maria Santissima Assunta (LUMSA). Tra le sue pubblicazioni Peccato mortale: una lettura per l’oggi. La proposta di J. Fuchs a partire dall’antropologia teologico-trascendentale di K. Rahner, Cittadella, Assisi 2015.

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