A
Attualità
Attualità, 18/2020, 15/10/2020, pag. 540

India - Chiesa cattolica: battezzati e dalit

Stefano Vecchia

L’11 novembre i cristiani dell’India, di varie denominazioni, osserveranno la «Domenica di liberazione dei dalit» con una liturgia comune e attività di sensibilizzazione verso la discriminazione di cui sono vittime i battezzati di origine castale bassa, fuoricasta o tribale. Il 60% dei 25 milioni di battezzati indiani vive infatti in una condizione che non solo li emargina dalla società ma che ne riduce il ruolo e la partecipazione anche nella Chiesa cattolica. Un paradosso, dato che essi (come pure i musulmani) sono in maggioranza eredi di conversioni attuate proprio per sfuggire ai vincoli castali e realizzare liberamente la propria vocazione.

 

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Attualità, 2024-6

India
- Sinodo: Dalit compresi

Stefano Vecchia

Il percorso sinodale va snodandosi in India con attenzione alle particolarità del contesto locale e anche alle proprie ambiguità, che derivano dalle caratteristiche storiche e ambientali in cui si è sviluppata la Chiesa nel grande paese dell’Asia meridionale. La realtà dei dalit, un tempo definiti «intoccabili» e riabilitati dal mahatma Gandhi come «harijan», figli di Dio, riguarda un quarto della popolazione totale dell’India.

Attualità, 2024-2

Singapore - Dialogo interreligioso: l’«isola» felice

Stefano Vecchia

L’ultimo censimento della popolazione di Singapore nel 2020 ha indicato che un terzo degli abitanti è di religione buddhista, il 18,3% cristiano, il 14,7% musulmano ed è taoista il 10,9%. Il restante 17% non s’identifica con nessuna religione.

 

Attualità, 2023-22

Asia - Myanmar: la Chiesa nel mirino

Stefano Vecchia

L’«Offensiva 2710», lanciata il 27 ottobre da diverse milizie ribelli coalizzate contro la giunta che ha preso il potere con un colpo di stato l’1 febbraio 2021 – chiudendo un decennio di fragile democrazia guidata dalla Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi – si sta estendendo in Myanmar fino ai suoi confini.