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Attualità
Attualità, 10/2020, 15/05/2020, pag. 303

Il Dio che traspare

Pregare oggi

Andrés Torres Queiruga

A «fronte della terribile situazione che l’umanità sta vivendo» a causa del coronavirus, abbiamo compiuto «una quantità di atti e di celebrazioni» liturgiche che non sempre «appaiono liberi da un miracolismo anacronistico né riescono sempre a sottrarsi al pericolo di offrire una caricatura della vera fede».

È lapidaria l’affermazione del teologo Andrés Torres Queiruga ma altrettanto appassionata è l’ampia riflessione che ha svolto in due puntate su Religión digital. «La crisi del coronavirus» è «un’autentica epifania» per comprendere che c’è una doppia «urgenza che bussa alle porte delle teologia»: formulare nuove preghiere che non siano «pietose insolenze» (K. Barth) contro Dio; e superare una teodicea che vagheggia una vita terrena senza la presenza del male, ovvero un dio impotente, lasciando che il male diventi la «roccia dell’ateismo». La croce di Cristo è la «fortuna impagabile» per l’uomo, «perché, grazie al fatto che egli fu capace di vivere nell’affidamento quella situazione estrema nella quale tutto sembrava che parlasse di abbandono da parte di Dio, noi possiamo essere sicuri che non esiste situazione umana che possa essere tradotta in abbandono da parte di Dio e che, pertanto, possa mettere in dubbio la possibilità di un affidamento totale».

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