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Attualità
Attualità, 6/2019, 15/03/2019, pag. 177

Filosofia politica: le due apocalissi

La destra ha riaperto l’ufficio escatologico?

Klaus Müller

Tanto le forme moderne di apocalittica politico-filosofica quanto il transumanesimo neopagano mettono «in forte discussione il sostrato fondante della tradizione cristiana». È la conclusione alla quale giunge Klaus Müller al termine di questo intervento, pronunciato al Convegno annuale della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano, 19-20 febbraio) e intitolato «Sottotesti escatologico-apocalittici nell’antropologia politica contemporanea». Del transumanesimo egli esplora i diversi tentativi di «tirare nell’aldiqua l’escatologia»: l’intelligenza artificiale che ne rappresenta l’«eminenza grigia»; la «frenesia dell’accelerazione» che già Goethe definì «velociferina»; il carattere di «nuova religione» presente nel complesso dei messaggi lanciato dai colossi digitali; il tentativo di «naturalizzazione induttiva» in atto nelle neuroscienze. In ambito politico «si è tentato più volte di realizzare storicamente questo stesso ideale» e anche oggi gran parte della filosofia politica è «attraversata da motivi escatologico-apocalittici», specie in quei «vasti movimenti conservatori di destra» che in Europa risalgono a pensatori di ascendenza cattolica: Carl Schmitt e i suoi antesignani della critica sociale, come de Bonald, de Maistre e Donoso Cortés.

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