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Attualità
Attualità, 12/2017, 15/06/2017, pag. 322

Front national: la lunga marcia di Marine

Dalla sconfitta alle presidenziali e legislative verso la dédiabolisation del partito

Marco Tarchi

Dédiabolisation. Con questa parola, che si può tradurre con «sdemonizzazione», gli osservatori sia giornalistici sia scientifici hanno creduto di poter definire la strategia messa in atto da Marine Le Pen da quando, il 16 gennaio 2011, il XIV congresso del Front national (FN) le consegnò la presidenza del partito che sino a quel momento, e per oltre quarant’anni, era stato guidato – con mano ferrea e intollerante verso qualunque fronda o ambizione personale di possibili «delfini» – dal padre Jean-Marie.

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Marco Tarchi

L’inclusione del Movimento 5 Stelle (M5S) nella categoria del populismo è già oggetto, in sede scientifica, di una copiosa letteratura in cui predominano le voci consenzienti, anche se non manca qualche opinione di segno diverso. Per molti specialisti della materia, il M5S «dei populismi ha tutte le caratteristiche»,1 il suo successo dimostra «in maniera spettacolare [la] disponibilità di una parte significativa degli elettori europei a seguire la via populista»2 e il suo approccio ai problemi è «tipico della retorica populista».