Attualità, 4/2013, 15/02/2013, pag. 1
Il pontificato e la rinuncia: vox clamantis in deserto
La rinuncia dell'11 febbraio 2013 – atto finale del pontificato di Benedetto XVI, il teologo tedesco Joseph Ratzinger – dà un inatteso compimento al suo ministero di vescovo di Roma, aprendo così la possibilità di una ridefinizione dell'istituzione ecclesiastica, e insieme un altro tempo della storia della Chiesa. Emergono i tratti di un pontificato umile e spirituale; marcato sensibilmente dalla personale esperienza e riflessione del teologo; segnato dalla priorità avvertita di riportare al centro della vita della Chiesa e nell'agorà del mondo contemporaneo la questione della crisi della fede; affaticato da numerose crisi, incomprensioni e polari divisioni sia all'interno, sia all'esterno della Chiesa. Con il gesto della rinuncia Benedetto XVI ridefinisce, aggiornandolo, il significato e il simbolo del primato petrino, recependo appieno il magistero del Concilio, e affida nelle mani del suo successore e dell'intera Chiesa cattolica le questioni rimaste aperte, insieme alla testimonianza della voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via del Signore!» (cf. Mc 1,3).
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