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Attualità
Attualità, 16/2009, 15/09/2009, pag. 576

Bibbia e politca. Il caos dall'alto

P. Stefani
Non si può affermare che il libro dei Giudici sia tra i testi più letti della Bibbia. L’imbarazzo inizia dalla stessa difficoltà di comprenderne il titolo: chi sono gli shofetim (giudici)? Stando agli usi del verbo semitico shafat, da Mari (XVIII sec. a.C.) a Ugarit (XIII sec. a.C.), ai testi fenici e punici dell’epoca greco-romana (cf. i suffeti di Cartagine), essi furono autorità che, oltre ad amministrare la giustizia, avevano anche un potere di governo (cf. Mt 18,28). Vale a dire che i giudici costituirono un’istituzione intermedia tra il regime tribale e quello monarchico. Collocati tra l’esodo dall’Egitto e la nascita della monarchia, sembrerebbe di doverli interpretare così anche in Israele. Questa griglia di lettura è però insufficiente.

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P. Stefani
Ci sono vari modi per presentare i sogni del faraone interpretati da Giuseppe (cf. Gen 41,1-36). Uno di essi consiste nel parlare di sogni e politica. Nella tradizione politica più nobile risuona tuttora il detto che fu di Martin Luther King: «I have a dream». In qualche modo se ne avverte ancora l’eco; tuttavia, da qualche anno più conforme alla cronaca sarebbe piuttosto il ricorso al verbo «essere». A molti leader recenti o attuali ben s’attaglierebbe il detto: «I am a dream». Né l’una né l’altra formulazione sono, però, davvero confacenti a quanto avvenne nell’episodio di Giuseppe. Per qualificarlo, l’espressione migliore sarebbe: «L’interpretazione dei sogni e la politica».
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P. Stefani
Vi è una percezione sufficientemente diffusa in base alla quale, dopo la morte delle grandi e terribili ideologie che hanno insanguinato buona parte del secolo XX, le religioni abbiano trovato un terreno più fertile per giocare un ruolo nella sfera pubblica. L’espressione ormai storica di «rivincita di Dio» indica in modo efficace questa precomprensione. In realtà il discorso è più articolato di quanto non presupponga questo schema. Le religioni, infatti, hanno assunto il posto delle ideologie nella misura in cui esse stesse si sono ideologizzate. Inoltre, siccome fa parte costitutiva dell’apparato ideologico contrapporsi a posizioni giudicate antitetiche, le religioni ideologiche vivono solo nella misura in cui sono nelle condizioni di entrare in polemica, verbale o fattuale, con gli avversari.