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Attualità
Attualità, 12/2008, 15/06/2008, pag. 362

Balcani - Chiese e comunismo: I sepolcri e la pietà. Sul diritto a una sepoltura e alla memoria

V. Košic, A. Stres, P. Sudar
Le commissioni di Giustizia e pace delle conferenze episcopali di Bosnia- Erzegovina, Croazia e Slovenia hanno reso pubblica, il 13 maggio scorso a Zagabria, una dichiarazione sulle vittime e i sepolcri nascosti della II guerra mondiale e del periodo postbellico. La dichiarazione s’intitola: «Sul diritto a una sepoltura e i doveri della pietà». Di fatto è il primo documento condiviso dai vescovi dei tre paesi sul sistema repressivo e sui crimini commessi dal regime comunista a partire dall’autunno del 1944. Il testo affronta la necessità morale e storica che accanto all’investigazione, alla documentazione e alla condanna dei crimini perpetrati dai totalitarismi etno-nazionalisti (fascista e nazista) si giunga anche a un medesimo processo per le persecuzioni e i crimini del totalitarismo comunista. In particolare, i vescovi chiedono che vengano rintracciati e ricostituiti degnamente i luoghi delle fosse comuni e dei cimiteri di fatto, dove sono stati nascosti i corpi di migliaia di persone, annullandone la memoria e impedendone il suffragio. Inoltre chiedono ai rispettivi paesi di avviare un processo di verità e di riconciliazione delle memorie, alla stregua di quanto fatto in altri paesi dove i segni dell’odio hanno lasciato ferite storiche profonde. I vescovi condannano anche le eventuali responsabilità di cattolici coinvolti nei crimini perpetrati. Un primo passo per cercare di superare la cultura dell’odio, che si è nuovamente espressa nelle ultime guerre balcaniche.

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