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Attualità
Attualità, 14/2005, 15/07/2005, pag. 487

Ministri e ministero nella Chiesa: rischiare la Parola

L.M. Saffiotti
I ministri per il nostro tempo sono chiamati a testimoniare la parola che conta, ad assumere rischi per il regno di Dio, a esprimere umilmente, costantemente la speranza scandalosa della croce in mezzo alle sofferenza dell’anima e del corpo, all’ingiustizia, alla fragilità, all’instabilità della vita. Come formare ministri – siano essi sacerdoti, religiosi o laici – all’altezza di questo compito? Luisa M. Saffiotti, psicologa clinica, propone qui un’analisi delle attuali condizioni del ministero e delle difficoltà nella formazione dei ministri.

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L.M. Saffiotti
«Personalmente sono convinta, e qui vorrei dimostrarlo» che la crisi delle violenze sessuali perpetrate da sacerdoti e religiosi ai danni di minori «è la conseguenza della modalità di esercizio del potere da parte delle autorità della Chiesa, degli insegnamenti ufficiali in materia di sessualità e dell’interrelazione fra queste due realtà, che sono entrambe formate dalla cultura clericale e, a loro volta, la rafforzano». È netta la tesi di Luisa M. Saffiotti, PhD, psicologa americana «impegnata nella prevenzione delle violenze e nell’elaborazione di programmi per formatori e candidati al ministero e di strumenti per le guide delle comunità cristiane» dopo aver valutato e curato sacerdoti autori di violenze sessuali al Saint Luke Institute di Silver Spring, Maryland (cf. Regno-att. 14,2005,487). Al termine della sua serrata argomentazione, una breve serie di raccomandazioni per la formazione dei futuri sacerdoti insiste soprattutto sull’importanza di esercitare il potere nella Chiesa secondo una modalità pastorale e relazionale, e degli ostacoli che la cultura clericale frappone a tale modalità di esercizio.