Comunione anglicana: tensioni collegiali
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Prolungare sino a noi l’eco dell’appello alla conversione lanciato da san Giovanni Paolo II ai mafiosi, in Sicilia, il 9 maggio 1993: è il motivo della lettera che i vescovi siciliani pubblicano nel 25o anniversario di quell’evento con la loro lettera, che s’intitola Convertitevi! Essa non è un compendio di teologia morale o di etica sociale. È un discorso pastorale, che fa del magistero agrigentino di Giovanni Paolo II un paradigma da coniugare ulteriormente.
Individualismo e intimismo, ma anche autoreferenzialità e spiritualismo: si possono tradurre così le due parole, per noi esotiche – pelagianesimo e gnosticismo –, che fanno da cardine tematico nella lettera Placuit Deo, indirizzata dalla Congregazione per la dottrina della fede a tutti i vescovi cattolici del mondo lo scorso 22 febbraio, festa liturgica della Cattedra di Pietro.
Vita cristiana e trasmissione della fede: un binomio scontato, eppure oggi in crisi. Anche perché «i registri simbolici – liturgici e artistici – sembrano non avere più la loro antica capacità comunicativa, mentre l’indole testimoniale del cristianesimo rimane spesso sottotraccia, sepolta tra le polemiche attorno alla sua (ir)rilevanza pubblica». Tuttavia, poiché la tradizione ecclesiale non è un «museo» ma «azione vitale, tramite cui si realizza il rapporto tra le generazioni dei credenti» occorre riandare alla fonte della forma della vita ecclesiale al centro della quale c’è il sacramento dell’eucaristia. Ripercorrendo alcune riflessioni di R. Guardini in occasione di una sua famosa visita al duomo di Monreale e tramite un’esegesi sugli episodi dei discepoli di Emmaus e dell’apparizione del Risorto al Lago di Tiberiade, M. Naro anticipa alcuni temi che saranno al centro del prossimo congresso eucaristico nazionale che si celebrerà a Genova dal 15 al 18 settembre con il tema «L’eucaristia sorgente della missione. “Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro”» (Messale romano, Preghiera eucaristica IV).
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