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Attualità
Attualità, 18/1992, 15/09/1992, pag. 534

Dopo il sinodo il deserto?

M. Veladiano

Leggi anche

Attualità, 2014-22

L'Osservatore delle donne

M. Veladiano
Il primo numero è un fuoco d’artificio: la santa è Giovanna d’Arco, l’articolo di attualità parla di schiave del sesso e suore, il pezzo di cultura è su Artemisia Gentileschi (c’era la mostra a Parigi). Son quasi tre anni da che L’Osservatore romano pubblica l’inserto «Donne Chiesa mondo». Così il titolo, tre parole scritte senza maiuscole e senza virgole. Quel che conta è la sequenza senza soluzione di continuità. Si parte dalle donne, donne importanti e no, importanti in modo canonico e no, si racconta il loro vivere la Chiesa e il mondo.
Attualità, 2014-20

Don Milani e le parole consumate

M. Veladiano
C’è un potere (buono) della parola. Il credente si muove dentro questo potere buono. Lo conosce perché in principio era il Verbo, e una creazione dalla parola è qualcosa d’imprescindibile, con cui si deve fare i conti ogni volta che la tentazione dell’idolo s’affaccia nella nostra vita e nella storia. E anche perché la presenza di Dio nella storia, dopo la vicenda breve della vita terrena di Gesù, sta nella Parola e un Dio che accetta di abitare la Parola le conferma, le riconferisce un potere straordinario, uno statuto straordinario. Anche se è un potere particolarissimo, che si appella alla libertà dell’uomo che può prendere, leggere, abbandonare, farsi trasformare, disprezzare, riprendere, ricordare o dimenticare.
Attualità, 2014-18

Quando Gaudenzia ingrassa

M. Veladiano
Il nome è difficile da portare, a dispetto del suo bel significato. La signorina si chiama Gaudenzia. Antifrastico quel che basta, vista la malinconia chiusa di questa vita giovane. Il soprannome è ancora più tremendo, Denza. Il papà è notaio in Novara, «ma il suo studio non era preso d’assalto dai clienti». La mamma è morta di parto. In famiglia c’è una sorella maggiore, Caterina chiamata Titina, e un’antica zia «zitellona, piccola, secca come un’aringa». La casa somiglia alla zia, il tempo fermato da chissaquando. La piccola immobile città somiglia alla casa. Le modiche relazioni somigliano alla città, intagliate in un bon ton solido come le colonne dei monumenti. Tutto si riproduce uguale, privo di grazia e intento. Un matrimonio in provincia, di Marchesa Colombi, è una piccola perfezione, asciutto come un rendiconto, feroce nel restituire un mondo circoscritto fatto di giorni che si lasciano dimenticare, ironico fin nel color verdebottiglia del vestito di festa che Gaudenzia riesce infine a conquistare per il matrimonio della sorella.